GroupSHOW
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Gió Marconi, Milan
20.04.–21.05.2011
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Gió Marconi, Milan
20.04.–21.05.2011
IT
Group Show
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Inaugurazione: mercoledì 20 aprile 2011 dalle 19 alle 21
21 aprile - 21 maggio 2011
martedì - sabato; 11-19
Gio' Marconi La galleria Giò Marconi è lieta di annunciare "X", collettiva erotica che raccoglie i lavori degli artisti Nader Ahriman, Enrico Baj, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.
Nei disegni e nei collages di Nader Ahriman (Shiraz 1964) le astrazioni filosofiche di matrice idealista prendono forma attraverso l'intervento grafico dell'artista. Cinema e antichità sono filtrati in chiave erotica, fondendo estetica e contenuto. Nel piccolo disegno a matita del 1967 uno degli elementi ricorrenti della produzione di Enrico Baj (Milano 1924 - Vergiate 2003) assume delle ironiche sembianze falliche: in quegli anni l'artista ha frequentemente utilizzato fiocchi, cordoni e medaglie come soggetti parodistici dei suoi 'ritratti'. Bruno Di Bello (Torre Del Greco 1938) partecipa alla collettiva con una "Variazione su una foto di Man Ray" realizzata nel 1975 su tela fotografica. Attraverso la scomposizione dell'immagine di Kiki, musa del maestro, Di Bello rilegge l'esperienza delle avanguardie storiche sviluppando un'idea dell'arte come riflessione sulla sua storia.
Il dittico a carboncino di Judith Bernstein (Newark 1942) presenta attraverso l'inconfondibile tratto nervoso dell'artista due figure nude abbozzate, poste l'una di fronte all'altra, colte in un atto di autoerotismo. Censurata nel 1973 per il disegno di una vite troppo simile a un pene, l'artista femminista ha sviluppato sin dagli esordi la sua particolare iconografia fallica.
Gli 'objets trouvés' diventano l'elemento cardine della composizione di John Bock (Gribbohm 1965): dietro all'apparente causalità dei suoi assemblaggi e dei collages si cela la volontà di offrire una personale chiave interpretativa dell'esperienza umana, permettendoci al contempo di indagare la mentalità erotico-selvaggia dell'artista.
Le scritte di Monica Bonvicini (Venezia 1965) rimandano esplicitamente al sesso e alla violenza. "Fuck" "me" o "Satisfy me" suonano come un imperativo categorico diretto allo spettatore, offrendo l'opportunità di un incontro fisico. Nei collages tratti dalla serie "The Bedtimesquare" la camera da letto diventa punto di incrocio e di scambio al pari della nota attrazione turistica newyorchese. "Badain" ci inchioda davanti allo schermo per assistere a un'orgia di puppets: i protagonisti del video di Nathalie Djurberg (Lysekil 1978), tre donne bianche e un uomo nero, si intrecciano in strani rituali e giochi erotici.
Con le sue 'flat-pack statues' Keith Farquhar (Edimburgo 1969) trasferisce corpi nudi dipinti sul cartone, richiamando le rappresentazioni a grandezza naturale delle star nei foyers delle sale cinematografiche. Memore della lezione di Yves Klein, Farquhar imbratta le sue modelle di colore, per poi fotografarne il risultato e riportarlo su "sculture bidimensionali". Simon Fujiwara (Londra 1982), già presente negli spazi della galleria con l'installazione "Phallusies (An Arabian Mystery)", presenta due nuovi collages su cartoncino rosso. In ognuno le figure nude giocano maliziosamente con lo spettatore, nascondendo la propria virilità dietro un vecchio ventaglio spagnolo. Wade Guyton (Hammond 1972) partecipa alla collettiva con un imponente dittico. La lettera "X" nera, icona e marchio di fabbrica dell'artista, dà il titolo alla mostra abbreviando la dicitura "x-rated".
Partendo da immagini tratte dalla stampa popolare il fotografo americano Robert Heinecken (Denver 1931) pone l'accento sulla falsificazione della realtà messa in atto dal mondo pubblicitario e sull'uso del corpo femminile come strumento di promozione del prodotto.
Due lavori storici di Dorothy Iannone (Boston 1933) offrono allo spettatore un assaggio del suo amour fou con l'artista Dieter Roth, sintetizzato in un linguaggio che rimanda agli affreschi egiziani e ai mosaici bizantini. Le metamorfosi genitali di Sarah Lucas (Londra 1962), caratteristiche della sua produzione, trovano spazio accanto alle tre stampe.
Man Ray (Philadelphia 1890 - Parigi 1976) è presente con un insolito dipinto di un nudo femminile, una selezione di fotografie in bianco e nero di pin-up, accanto a una rappresentazione fallica realizzata attraverso la giustapposizione di solidi geometrici in marmo.
Il tratto grafico delicato di Dasha Shishkin (Mosca 1977) stride in relazione alle campiture e alle tematiche aggressive che caratterizzano la sua pittura. I personaggi si moltiplicano e si fondono nell'ambientazione, generando una narrazione frenetica e densa di riferimenti al sesso.
I bassorielievi intagliati su Styrofoam di Andreas Slominski (Meppen 1959) ritraggono scene di genere a sfondo erotico o citano in maniera provocatoria i graffiti metropolitani.
Francesco Vezzoli (Brescia 1971) partecipa con "Untitled", uno dei suoi primissimi lavori a ricamo, una riproduzione a piccolo punto di una pubblicità di chat-erotiche viste dall'artista nelle cabine londinesi all'epoca degli studi alla St. Martin School of Art.
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Inaugurazione: mercoledì 20 aprile 2011 dalle 19 alle 21
21 aprile - 21 maggio 2011
martedì - sabato; 11-19
Gio' Marconi La galleria Giò Marconi è lieta di annunciare "X", collettiva erotica che raccoglie i lavori degli artisti Nader Ahriman, Enrico Baj, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.
Nei disegni e nei collages di Nader Ahriman (Shiraz 1964) le astrazioni filosofiche di matrice idealista prendono forma attraverso l'intervento grafico dell'artista. Cinema e antichità sono filtrati in chiave erotica, fondendo estetica e contenuto. Nel piccolo disegno a matita del 1967 uno degli elementi ricorrenti della produzione di Enrico Baj (Milano 1924 - Vergiate 2003) assume delle ironiche sembianze falliche: in quegli anni l'artista ha frequentemente utilizzato fiocchi, cordoni e medaglie come soggetti parodistici dei suoi 'ritratti'. Bruno Di Bello (Torre Del Greco 1938) partecipa alla collettiva con una "Variazione su una foto di Man Ray" realizzata nel 1975 su tela fotografica. Attraverso la scomposizione dell'immagine di Kiki, musa del maestro, Di Bello rilegge l'esperienza delle avanguardie storiche sviluppando un'idea dell'arte come riflessione sulla sua storia.
Il dittico a carboncino di Judith Bernstein (Newark 1942) presenta attraverso l'inconfondibile tratto nervoso dell'artista due figure nude abbozzate, poste l'una di fronte all'altra, colte in un atto di autoerotismo. Censurata nel 1973 per il disegno di una vite troppo simile a un pene, l'artista femminista ha sviluppato sin dagli esordi la sua particolare iconografia fallica.
Gli 'objets trouvés' diventano l'elemento cardine della composizione di John Bock (Gribbohm 1965): dietro all'apparente causalità dei suoi assemblaggi e dei collages si cela la volontà di offrire una personale chiave interpretativa dell'esperienza umana, permettendoci al contempo di indagare la mentalità erotico-selvaggia dell'artista.
Le scritte di Monica Bonvicini (Venezia 1965) rimandano esplicitamente al sesso e alla violenza. "Fuck" "me" o "Satisfy me" suonano come un imperativo categorico diretto allo spettatore, offrendo l'opportunità di un incontro fisico. Nei collages tratti dalla serie "The Bedtimesquare" la camera da letto diventa punto di incrocio e di scambio al pari della nota attrazione turistica newyorchese. "Badain" ci inchioda davanti allo schermo per assistere a un'orgia di puppets: i protagonisti del video di Nathalie Djurberg (Lysekil 1978), tre donne bianche e un uomo nero, si intrecciano in strani rituali e giochi erotici.
Con le sue 'flat-pack statues' Keith Farquhar (Edimburgo 1969) trasferisce corpi nudi dipinti sul cartone, richiamando le rappresentazioni a grandezza naturale delle star nei foyers delle sale cinematografiche. Memore della lezione di Yves Klein, Farquhar imbratta le sue modelle di colore, per poi fotografarne il risultato e riportarlo su "sculture bidimensionali". Simon Fujiwara (Londra 1982), già presente negli spazi della galleria con l'installazione "Phallusies (An Arabian Mystery)", presenta due nuovi collages su cartoncino rosso. In ognuno le figure nude giocano maliziosamente con lo spettatore, nascondendo la propria virilità dietro un vecchio ventaglio spagnolo. Wade Guyton (Hammond 1972) partecipa alla collettiva con un imponente dittico. La lettera "X" nera, icona e marchio di fabbrica dell'artista, dà il titolo alla mostra abbreviando la dicitura "x-rated".
Partendo da immagini tratte dalla stampa popolare il fotografo americano Robert Heinecken (Denver 1931) pone l'accento sulla falsificazione della realtà messa in atto dal mondo pubblicitario e sull'uso del corpo femminile come strumento di promozione del prodotto.
Due lavori storici di Dorothy Iannone (Boston 1933) offrono allo spettatore un assaggio del suo amour fou con l'artista Dieter Roth, sintetizzato in un linguaggio che rimanda agli affreschi egiziani e ai mosaici bizantini. Le metamorfosi genitali di Sarah Lucas (Londra 1962), caratteristiche della sua produzione, trovano spazio accanto alle tre stampe.
Man Ray (Philadelphia 1890 - Parigi 1976) è presente con un insolito dipinto di un nudo femminile, una selezione di fotografie in bianco e nero di pin-up, accanto a una rappresentazione fallica realizzata attraverso la giustapposizione di solidi geometrici in marmo.
Il tratto grafico delicato di Dasha Shishkin (Mosca 1977) stride in relazione alle campiture e alle tematiche aggressive che caratterizzano la sua pittura. I personaggi si moltiplicano e si fondono nell'ambientazione, generando una narrazione frenetica e densa di riferimenti al sesso.
I bassorielievi intagliati su Styrofoam di Andreas Slominski (Meppen 1959) ritraggono scene di genere a sfondo erotico o citano in maniera provocatoria i graffiti metropolitani.
Francesco Vezzoli (Brescia 1971) partecipa con "Untitled", uno dei suoi primissimi lavori a ricamo, una riproduzione a piccolo punto di una pubblicità di chat-erotiche viste dall'artista nelle cabine londinesi all'epoca degli studi alla St. Martin School of Art.
EN
Group Show
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Opening: Wednesday April 20, 2011; 7pm-9pm
April 21 - May 21, 2011
From Tuesday to Saturday; 11am-7pm
Gió Marconi Giò Marconi gallery is pleased to present "X", an erotic group show that combines older erotic positions and contemporary erotic artworks. On display are works by Nader Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.
In Nader Ahriman's (Shiraz, Iran 1964) drawings and collages cinema, philosophy and Greek and Roman mythology are blended into an erotic mix: Socrates has an amorous tete-à-tete with his boy, Antigone is depicted as Pasolini’s muse and the “Birth of Europe” shows a rough sexual encounter between Zeus and Europa.
In the small drawings Enrico Baj (Milan 1924- Vergiate 2003) did in 1967 one of the recurring elements is an ironic phallus: in those years the artist has frequently used bows, cords and medals as parodic subjects of his 'portraits'.
Bruno Di Bello (Torre Del Greco, Italy 1938) participates in the show with a "Variazione su una foto di Man Ray" ("Variation on a photo by Man Ray") made in 1975. On display is his former muse Kiki segmented into 14 small parts.
Judith Bernstein's (Newark 1942) charcoal diptych presents two nude figures, facing each other, caught in an act of masturbation. Censured in 1973 for the drawing of a screw that was considered to be too similar to a penis, the feminist artist has developed her very own phallic iconography ever since.
John Bock (Gribbohm 1965) contributes various erotic drawings and collages to the show that are presented in a very dense, “Louvre-style”, hanging therewith allowing the spectator to enter into the realm of the artist’s wilde erotic mindset. The works of Monica Bonvicini (Venice 1965) are mainly text based and explicitly refer to sex and violence. “Fuck” “me” or “Satisfy Me” are imperatives that scream into the spectator’s face and suggest a physical encounter. In the collages from the series "The Bedtimesquare" the bedroom becomes a point of intersection and exchange similar to the function of New York’s famous tourist attraction.
In "Badain" an orgy of 4 puppets, 3 white women and a black man, enrolls in front of our eyes: the protagonists of Nathalie Djurberg's (Lysekil, Sweden1978) video take part in strange erotic rituals and games.
With his “flat-pack statues” Keith Farquhar (Edinburgh 1969) is translating hand-painted nude bodies into cardboard cutouts like those lifesize film star replicas that line the foyers of movie theaters. Farquhar splashes his models with paint and then photographs the results and turns them into 2D sculptures.
Simon Fujiwara (London 1982), whose large installation Phallusies (An Arabian Mystery) is on display in the other half of the gallery’s ground floor, shows 2 new collages on dark red cardboard. On each one is a naked man flirting with the spectator while his manhood is only slightly covered by an old Spanish fan.
Wade Guyton (Hammond 1972) shows one of his iconic trademark black “X” dyptichs, therewith giving the exhibition its title - “X” (short for x-rated). Based on images taken from the popular press, the American photographer Robert Heinecken (Denver 1931) highlights the falsification of reality enacted by the world of advertising and the use of the female body as an object of desire.
Two historical works by Dorothy Iannone (Boston 1933) let the viewer have a glimpse of her amour fou with fellow artist Dieter Roth. The flatness of the painting and gouache is reminiscent of Egyptian frescoes and Byzantine mosaics. Hugely explicit titles such as “Let Me Sqeeze Your Fat Cunt” show that Iannone has no fear of contact when it comes to sexual encounters.
The genital metamorphosis of Sarah Lucas (London 1962) is shown both in one of her trademark stockinged “NUD” sculptures and in 3 of her prints.
The works by Man Ray (Philadelphia 1890) include an unusual painting of a naked woman, a selection of 5 black and white pin up style nude photographs and a grey marble phallus floor sculpture. The seemingly gentle lines of Dasha Shishkin (Moscow 1977) contrast strongly with the often aggressive and sexual subjecs that characterize her drawings. The openly beautiful, colourful and often tumultuous drawings only reveal their mostly violent and often sexual content on second glance. Andreas Slominski (Meppen, Germany 1959) uses his trademark material polystyrene to create small extremely provocative erotic bas-reliefs that are reminiscent of urban graffitis. The sculpture on display by Francesco Vezzoli (Brescia 1971) is one of his earliest embroideries – a reproduction of an advertising the artist saw while studying at London’s St. Martin.
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Opening: Wednesday April 20, 2011; 7pm-9pm
April 21 - May 21, 2011
From Tuesday to Saturday; 11am-7pm
Gió Marconi Giò Marconi gallery is pleased to present "X", an erotic group show that combines older erotic positions and contemporary erotic artworks. On display are works by Nader Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.
In Nader Ahriman's (Shiraz, Iran 1964) drawings and collages cinema, philosophy and Greek and Roman mythology are blended into an erotic mix: Socrates has an amorous tete-à-tete with his boy, Antigone is depicted as Pasolini’s muse and the “Birth of Europe” shows a rough sexual encounter between Zeus and Europa.
In the small drawings Enrico Baj (Milan 1924- Vergiate 2003) did in 1967 one of the recurring elements is an ironic phallus: in those years the artist has frequently used bows, cords and medals as parodic subjects of his 'portraits'.
Bruno Di Bello (Torre Del Greco, Italy 1938) participates in the show with a "Variazione su una foto di Man Ray" ("Variation on a photo by Man Ray") made in 1975. On display is his former muse Kiki segmented into 14 small parts.
Judith Bernstein's (Newark 1942) charcoal diptych presents two nude figures, facing each other, caught in an act of masturbation. Censured in 1973 for the drawing of a screw that was considered to be too similar to a penis, the feminist artist has developed her very own phallic iconography ever since.
John Bock (Gribbohm 1965) contributes various erotic drawings and collages to the show that are presented in a very dense, “Louvre-style”, hanging therewith allowing the spectator to enter into the realm of the artist’s wilde erotic mindset. The works of Monica Bonvicini (Venice 1965) are mainly text based and explicitly refer to sex and violence. “Fuck” “me” or “Satisfy Me” are imperatives that scream into the spectator’s face and suggest a physical encounter. In the collages from the series "The Bedtimesquare" the bedroom becomes a point of intersection and exchange similar to the function of New York’s famous tourist attraction.
In "Badain" an orgy of 4 puppets, 3 white women and a black man, enrolls in front of our eyes: the protagonists of Nathalie Djurberg's (Lysekil, Sweden1978) video take part in strange erotic rituals and games.
With his “flat-pack statues” Keith Farquhar (Edinburgh 1969) is translating hand-painted nude bodies into cardboard cutouts like those lifesize film star replicas that line the foyers of movie theaters. Farquhar splashes his models with paint and then photographs the results and turns them into 2D sculptures.
Simon Fujiwara (London 1982), whose large installation Phallusies (An Arabian Mystery) is on display in the other half of the gallery’s ground floor, shows 2 new collages on dark red cardboard. On each one is a naked man flirting with the spectator while his manhood is only slightly covered by an old Spanish fan.
Wade Guyton (Hammond 1972) shows one of his iconic trademark black “X” dyptichs, therewith giving the exhibition its title - “X” (short for x-rated). Based on images taken from the popular press, the American photographer Robert Heinecken (Denver 1931) highlights the falsification of reality enacted by the world of advertising and the use of the female body as an object of desire.
Two historical works by Dorothy Iannone (Boston 1933) let the viewer have a glimpse of her amour fou with fellow artist Dieter Roth. The flatness of the painting and gouache is reminiscent of Egyptian frescoes and Byzantine mosaics. Hugely explicit titles such as “Let Me Sqeeze Your Fat Cunt” show that Iannone has no fear of contact when it comes to sexual encounters.
The genital metamorphosis of Sarah Lucas (London 1962) is shown both in one of her trademark stockinged “NUD” sculptures and in 3 of her prints.
The works by Man Ray (Philadelphia 1890) include an unusual painting of a naked woman, a selection of 5 black and white pin up style nude photographs and a grey marble phallus floor sculpture. The seemingly gentle lines of Dasha Shishkin (Moscow 1977) contrast strongly with the often aggressive and sexual subjecs that characterize her drawings. The openly beautiful, colourful and often tumultuous drawings only reveal their mostly violent and often sexual content on second glance. Andreas Slominski (Meppen, Germany 1959) uses his trademark material polystyrene to create small extremely provocative erotic bas-reliefs that are reminiscent of urban graffitis. The sculpture on display by Francesco Vezzoli (Brescia 1971) is one of his earliest embroideries – a reproduction of an advertising the artist saw while studying at London’s St. Martin.