LouiseNEVELSON
OUT OF ORDER: The Collages of Louise Nevelson
Gió Marconi, Milan
24.03.–12.07.2022
OUT OF ORDER: The Collages of Louise Nevelson
Gió Marconi, Milan
24.03.–12.07.2022
IT
Louise Nevelson
OUT OF ORDER
I collages di Louise Nevelson
Inaugurazione: giovedì 24 marzo 2022; 18-21
25 marzo - 12 luglio 2022
lunedì - venerdì; 11 - 19
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milan
Gió Marconi è lieto di presentare negli spazi di Via Tadino 15, recentemente rinnovati dallo studio Kuehn Malvezzi, OUT OF ORDER: un’importante mostra dedicata ai collages di Louise Nevelson e la nuova pubblicazione, edita da Fondazione Marconi / Mousse Publishing, sul lavoro della scultrice americana.
Il progetto complessivo è a cura dello specialista di collage Yuval Etgar ed è realizzato con il supporto della Fondazione Louise Nevelson di Philadelphia in occasione del 60° anniversario della partecipazione di Louise Nevelson alla 31. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia nel 1962, in rappresentanza degli Stati Uniti.
In contemporanea alla mostra OUT OF ORDER, Louise Nevelson è una delle 213 artiste e artisti della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il latte dei sogni, a cura di Cecilia Alemani ed è protagonista della mostra Louise Nevelson. Persistence, organizzata dalla Louise Nevelson Foundation presso le sale delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, quale Evento Collaterale ufficiale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
L’esposizione milanese raccoglie un’ampia selezione di collages che l’artista, forte della lezione cubista appresa durante i viaggi in Europa, realizza a partire dagli anni Cinquanta, combinando supporti lignei e cartacei e ottenendo originali esiti prospettici.
L'eredità di Louise Nevelson nei campi della scultura e della creazione di collages è stata a lungo associata alla sua capacità di trasformare l'ambiente tradizionale della casa da un simbolo della sensibilità femminile, dell'addomesticamento e della sfera intima a espressione monumentale di libertà creativa. Per raggiungere questo obiettivo Nevelson ha sperimentato un nuovo approccio ecologico alla creazione artistica: ogni elemento della casa veniva riciclato sotto forma di scultura.
Il processo artistico si concludeva con la realizzazione ossessiva dei suoi strumenti di pensiero più preziosi – i collages – utilizzando una straordinaria gamma di materiali provenienti dalla sua stessa casa e dal suo studio.
Attraverso un’indagine attenta dei suoi collages, il progetto espositivo OUT OF ORDER evidenzia che il modello fondamentale del linguaggio artistico di Nevelson non era onnicomprensivo. Nevelson ha infatti prodotto gruppi coerenti di opere basandosi su elementi formali vicini alla sua ricerca artistica come specifici materiali, strategie e questioni formali. Come lei stessa ha dichiarato in più occasioni, "il modo in cui penso è il collage".
Questo progetto ha l’ambizione di porre nuovi presupposti per il dibattito, lo studio e l'analisi del lavoro di Nevelson nel collage e nella scultura, seguendo la proposta dello storico Yuval Etgar di dividere i collages di Nevelson secondo attributi chiave, che si basano sulla composizione del materiale e sull'approccio tecnico e che includono categorie come "contenitori", uso di “pittura spray", "carte strappate", "materiali di scarto" e "oggetti d’uso", invitando così visitatori e lettori a riflettere sulla vastità della potenzialità creativa che Nevelson ha saputo recuperare dai resti della vita quotidiana.
CONTESTO
Louise Nevelson nasce a Pereiaslav, vicino Kiev, in Ucraina, nel 1899. Emigra con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1905, stabilendosi nel Maine. Negli anni ’30 torna in Europa e studia con Hans Hofmann a Monaco prima di unirsi alla Art Students League di New York. La prima personale di Louise Nevelson si svolge alla Nierendorf Gallery a New York nel 1941. Nei primi anni Cinquanta si reca in Guatemala e Messico per studiare l’eredità delle culture precolombiane, esperienza che influenza profondamente la sua pratica artistica. Nel 1967, in seguito alla personale al Whitney Museum of American Art e diverse commissioni per spazi pubblici, Louise Nevelson riceve il riconoscimento come una delle principali voci della scultura nordamericana. Eppure le sue inaspettate combinazioni di oggetti ritrovati, carta e materiali domestici legano il suo lavoro più strettamente a una stirpe di artisti che hanno esplorato i legami tra collage, assemblaggio e scultura, dai predecessori Kurt Schwitters e Jean Arp ai contemporanei Robert Rauschenberg e Giovanni Chamberlain. I collages di Louise Nevelson si possono ammirare nelle collezioni di numerosi importanti musei negli Stati Uniti e in Europa, tra cui Whitney Museum of American Art, New York; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC; Walker Art Center, Minneapolis; Tate Modern, Londra; Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk; Moderna Museet, Stoccolma; Museum Ludwig, Colonia.
IL VOLUME
Out of Order: The Collages of Louise Nevelson è il primo studio dedicato esclusivamente al lavoro dell’artista sui collages. Il volume, edito da Fondazione Marconi / Mousse Publishing, parte da un attento esame materiale e tecnico di questo corpus di opere, prima di considerare più ampiamente il ruolo del collage nella pratica dell’artista.
La pubblicazione si compone di due saggi principali: il primo, dello storico dell’arte e curatore Yuval Etgar, divide la produzione di collages di Louise Nevelson in sei categorie principali, collegandole a tendenze parallele nel collage durante gli anni Cinquanta e Sessanta, nonché a precedenti esempi nella storia di questa pratica. Il secondo saggio, della storica dell’arte tecnica Pia Gottschaller, approfondisce il complesso processo con cui Louise Nevelson selezionava gli oggetti per i suoi collages e analizza i suoi metodi di lavoro e il trattamento di questi materiali.
Il volume include più di 250 tavole a colori di collages di Louise Nevelson provenienti da varie collezioni di tutto il mondo.
OUT OF ORDER
I collages di Louise Nevelson
Inaugurazione: giovedì 24 marzo 2022; 18-21
25 marzo - 12 luglio 2022
lunedì - venerdì; 11 - 19
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milan
Gió Marconi è lieto di presentare negli spazi di Via Tadino 15, recentemente rinnovati dallo studio Kuehn Malvezzi, OUT OF ORDER: un’importante mostra dedicata ai collages di Louise Nevelson e la nuova pubblicazione, edita da Fondazione Marconi / Mousse Publishing, sul lavoro della scultrice americana.
Il progetto complessivo è a cura dello specialista di collage Yuval Etgar ed è realizzato con il supporto della Fondazione Louise Nevelson di Philadelphia in occasione del 60° anniversario della partecipazione di Louise Nevelson alla 31. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia nel 1962, in rappresentanza degli Stati Uniti.
In contemporanea alla mostra OUT OF ORDER, Louise Nevelson è una delle 213 artiste e artisti della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il latte dei sogni, a cura di Cecilia Alemani ed è protagonista della mostra Louise Nevelson. Persistence, organizzata dalla Louise Nevelson Foundation presso le sale delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, quale Evento Collaterale ufficiale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
L’esposizione milanese raccoglie un’ampia selezione di collages che l’artista, forte della lezione cubista appresa durante i viaggi in Europa, realizza a partire dagli anni Cinquanta, combinando supporti lignei e cartacei e ottenendo originali esiti prospettici.
L'eredità di Louise Nevelson nei campi della scultura e della creazione di collages è stata a lungo associata alla sua capacità di trasformare l'ambiente tradizionale della casa da un simbolo della sensibilità femminile, dell'addomesticamento e della sfera intima a espressione monumentale di libertà creativa. Per raggiungere questo obiettivo Nevelson ha sperimentato un nuovo approccio ecologico alla creazione artistica: ogni elemento della casa veniva riciclato sotto forma di scultura.
Il processo artistico si concludeva con la realizzazione ossessiva dei suoi strumenti di pensiero più preziosi – i collages – utilizzando una straordinaria gamma di materiali provenienti dalla sua stessa casa e dal suo studio.
Attraverso un’indagine attenta dei suoi collages, il progetto espositivo OUT OF ORDER evidenzia che il modello fondamentale del linguaggio artistico di Nevelson non era onnicomprensivo. Nevelson ha infatti prodotto gruppi coerenti di opere basandosi su elementi formali vicini alla sua ricerca artistica come specifici materiali, strategie e questioni formali. Come lei stessa ha dichiarato in più occasioni, "il modo in cui penso è il collage".
Questo progetto ha l’ambizione di porre nuovi presupposti per il dibattito, lo studio e l'analisi del lavoro di Nevelson nel collage e nella scultura, seguendo la proposta dello storico Yuval Etgar di dividere i collages di Nevelson secondo attributi chiave, che si basano sulla composizione del materiale e sull'approccio tecnico e che includono categorie come "contenitori", uso di “pittura spray", "carte strappate", "materiali di scarto" e "oggetti d’uso", invitando così visitatori e lettori a riflettere sulla vastità della potenzialità creativa che Nevelson ha saputo recuperare dai resti della vita quotidiana.
CONTESTO
Louise Nevelson nasce a Pereiaslav, vicino Kiev, in Ucraina, nel 1899. Emigra con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1905, stabilendosi nel Maine. Negli anni ’30 torna in Europa e studia con Hans Hofmann a Monaco prima di unirsi alla Art Students League di New York. La prima personale di Louise Nevelson si svolge alla Nierendorf Gallery a New York nel 1941. Nei primi anni Cinquanta si reca in Guatemala e Messico per studiare l’eredità delle culture precolombiane, esperienza che influenza profondamente la sua pratica artistica. Nel 1967, in seguito alla personale al Whitney Museum of American Art e diverse commissioni per spazi pubblici, Louise Nevelson riceve il riconoscimento come una delle principali voci della scultura nordamericana. Eppure le sue inaspettate combinazioni di oggetti ritrovati, carta e materiali domestici legano il suo lavoro più strettamente a una stirpe di artisti che hanno esplorato i legami tra collage, assemblaggio e scultura, dai predecessori Kurt Schwitters e Jean Arp ai contemporanei Robert Rauschenberg e Giovanni Chamberlain. I collages di Louise Nevelson si possono ammirare nelle collezioni di numerosi importanti musei negli Stati Uniti e in Europa, tra cui Whitney Museum of American Art, New York; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC; Walker Art Center, Minneapolis; Tate Modern, Londra; Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk; Moderna Museet, Stoccolma; Museum Ludwig, Colonia.
IL VOLUME
Out of Order: The Collages of Louise Nevelson è il primo studio dedicato esclusivamente al lavoro dell’artista sui collages. Il volume, edito da Fondazione Marconi / Mousse Publishing, parte da un attento esame materiale e tecnico di questo corpus di opere, prima di considerare più ampiamente il ruolo del collage nella pratica dell’artista.
La pubblicazione si compone di due saggi principali: il primo, dello storico dell’arte e curatore Yuval Etgar, divide la produzione di collages di Louise Nevelson in sei categorie principali, collegandole a tendenze parallele nel collage durante gli anni Cinquanta e Sessanta, nonché a precedenti esempi nella storia di questa pratica. Il secondo saggio, della storica dell’arte tecnica Pia Gottschaller, approfondisce il complesso processo con cui Louise Nevelson selezionava gli oggetti per i suoi collages e analizza i suoi metodi di lavoro e il trattamento di questi materiali.
Il volume include più di 250 tavole a colori di collages di Louise Nevelson provenienti da varie collezioni di tutto il mondo.
EN
Louise Nevelson
OUT OF ORDER
The Collages of Louise Nevelson
Opening: Thursday, March 24, 2022; 6pm-9pm
March 25 - July 12, 2022
From Monday to Friday, 11am - 7pm
Gió Marconi, via Tadino 15, Milano
Gió Marconi is pleased to announce the opening of a major survey exhibition of Louise Nevelson’s collages, curated by Yuval Etgar, at its space on via Tadino 15 redesigned by Kuehn Malvezzi and the publication of a new book – a collaboration between Fondazione Marconi and Mousse Publishing. The project is organised with the support of the Louise Nevelson Foundation, Philadelphia, and will mark the 60th anniversary of Nevelson’s representation of the United States at the 31st International Art Exhibition of La Biennale di Venezia in 1962.
Louise Nevelson is one of the 213 artists invited to the 59th International Art Exhibition of La Biennale di Venezia, The Milk of Dreams, curated by Cecilia Alemani and she takes centre stage in the exhibition organised by the Louise Nevelson Foundation, Louise Nevelson. Persistence, in the historic rooms of the Procuratie Vecchie in Venice’s Piazza San Marco, as an official Collateral Event of the 59th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia.
Louise Nevelson’s legacy in the fields of sculpture and collage-making has long been associated with her ability to transform the traditional environment of the home from a symbol of feminine sensibility, domestication and intimate scale to a monumental expression of creative freedom. In her quest to achieve this, however, Nevelson also pioneered a new, ecological approach to art-making, according to which every element of the home is used for the creation of her work. From the larger, three-dimensional parts of old furniture that the artist acquired in bulk, to smaller and often more perishable items such as cardboard, paper, woodcut rejects and doorknobs, Nevelson’s choice of materials was a clear expression of a ‘waste not’ ideology. Her process began with the homes whose contents she procured, continued with its recycling in the form of sculpture, and ended with the obsessive making of her most valued thinking tools – collages – using an extraordinary range of materials from her own home and studio.
But as the exhibition OUT OF ORDER argues through a close examination of her collages, Nevelson’s fundamental mode of art-making was not disorganised as her all-inclusive aesthetic might suggest. She developed distinct groups of works relying on specific materials, strategies and formal questions that preoccupied her. As she herself declared on more than one occasion, ‘The way I think is collage.’ This project therefore sets out to establish new grounds for debate, scholarship and analysis of Nevelson’s work in collage, and in effect also in sculpture, by following the proposition of collage historian Yuval Etgar to divide Nevelson’s collages according to certain key attributes. These rely on material composition and technical approach, and include categories such as ‘containers’, ‘use of spray paint’, ‘torn papers’, ‘offcuts’ and the inclusion of ‘utility objects’, thereby inviting visitors and readers to explore the spectrum of creative potential that Nevelson recovered from the debris of everyday life.
NEVELSON’S COLLAGES IN CONTEXT
Louise Nevelson was born in Pereiaslav, near Kiev, Ukraine, in 1899. She emigrated to the United States with her family in 1905, settling in Maine. In the 1930s she travelled to Europe, studying with Hans Hofmann in Munich before joining the Art Students League in New York. Nevelson then had her first one-person exhibition with Nierendorf Gallery, New York, in 1941. In the early 1950s she travelled to Guatemala and Mexico to explore the legacy of pre-Columbian cultures, an experience that would come to influence her practice profoundly. In 1967, following a one-person exhibition at the Whitney Museum of American Art and several outdoor public commissions, Nevelson achieved recognition as one of the leading voices in North American sculpture. Yet her unexpected combinations of found objects, paper and materials from the domestic environment linked her work more closely to a lineage of artists who explored the links between collage, assemblage and sculpture-making, from predecessors Kurt Schwitters and Jean Arp to contemporaries Robert Rauschenberg and John Chamberlain.
Nevelson’s collage works can be found in the collections of numerous major museums across the United States and Europe, including the Whitney Museum of American Art, New York; the Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC; the Walker Art Center, Minneapolis; Tate Modern, London; Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Turin; the Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk; the Moderna Museet, Stockholm; and Museum Ludwig, Cologne.
ABOUT THE BOOK
Out of Order: The Collages of Louise Nevelson is the first comprehensive study dedicated exclusively to Louise Nevelson’s work in collage. The book, published as a collaboration between Fondazione Marconi and Mousse Publishing, takes as its point of departure a close material and technical examination of this body of work, before setting out to position the role of collage in the artist’s practice more broadly. The book consists of two main essays: the first by art historian and curator Yuval Etgar, who divides Nevelson’s output in collage into six main categories, linking these to parallel tendencies in collage during the 1950s and 1960s as well as to earlier examples in the history of this practice. The second essay, by technical art historian Pia Gottschaller, delves into Nevelson’s complex process of selecting object materials for her collages, and analyses her methods of working and treating these materials. The book includes more than 250 colour plates of collages by Nevelson from various collections worldwide.
OUT OF ORDER
The Collages of Louise Nevelson
Opening: Thursday, March 24, 2022; 6pm-9pm
March 25 - July 12, 2022
From Monday to Friday, 11am - 7pm
Gió Marconi, via Tadino 15, Milano
Gió Marconi is pleased to announce the opening of a major survey exhibition of Louise Nevelson’s collages, curated by Yuval Etgar, at its space on via Tadino 15 redesigned by Kuehn Malvezzi and the publication of a new book – a collaboration between Fondazione Marconi and Mousse Publishing. The project is organised with the support of the Louise Nevelson Foundation, Philadelphia, and will mark the 60th anniversary of Nevelson’s representation of the United States at the 31st International Art Exhibition of La Biennale di Venezia in 1962.
Louise Nevelson is one of the 213 artists invited to the 59th International Art Exhibition of La Biennale di Venezia, The Milk of Dreams, curated by Cecilia Alemani and she takes centre stage in the exhibition organised by the Louise Nevelson Foundation, Louise Nevelson. Persistence, in the historic rooms of the Procuratie Vecchie in Venice’s Piazza San Marco, as an official Collateral Event of the 59th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia.
Louise Nevelson’s legacy in the fields of sculpture and collage-making has long been associated with her ability to transform the traditional environment of the home from a symbol of feminine sensibility, domestication and intimate scale to a monumental expression of creative freedom. In her quest to achieve this, however, Nevelson also pioneered a new, ecological approach to art-making, according to which every element of the home is used for the creation of her work. From the larger, three-dimensional parts of old furniture that the artist acquired in bulk, to smaller and often more perishable items such as cardboard, paper, woodcut rejects and doorknobs, Nevelson’s choice of materials was a clear expression of a ‘waste not’ ideology. Her process began with the homes whose contents she procured, continued with its recycling in the form of sculpture, and ended with the obsessive making of her most valued thinking tools – collages – using an extraordinary range of materials from her own home and studio.
But as the exhibition OUT OF ORDER argues through a close examination of her collages, Nevelson’s fundamental mode of art-making was not disorganised as her all-inclusive aesthetic might suggest. She developed distinct groups of works relying on specific materials, strategies and formal questions that preoccupied her. As she herself declared on more than one occasion, ‘The way I think is collage.’ This project therefore sets out to establish new grounds for debate, scholarship and analysis of Nevelson’s work in collage, and in effect also in sculpture, by following the proposition of collage historian Yuval Etgar to divide Nevelson’s collages according to certain key attributes. These rely on material composition and technical approach, and include categories such as ‘containers’, ‘use of spray paint’, ‘torn papers’, ‘offcuts’ and the inclusion of ‘utility objects’, thereby inviting visitors and readers to explore the spectrum of creative potential that Nevelson recovered from the debris of everyday life.
NEVELSON’S COLLAGES IN CONTEXT
Louise Nevelson was born in Pereiaslav, near Kiev, Ukraine, in 1899. She emigrated to the United States with her family in 1905, settling in Maine. In the 1930s she travelled to Europe, studying with Hans Hofmann in Munich before joining the Art Students League in New York. Nevelson then had her first one-person exhibition with Nierendorf Gallery, New York, in 1941. In the early 1950s she travelled to Guatemala and Mexico to explore the legacy of pre-Columbian cultures, an experience that would come to influence her practice profoundly. In 1967, following a one-person exhibition at the Whitney Museum of American Art and several outdoor public commissions, Nevelson achieved recognition as one of the leading voices in North American sculpture. Yet her unexpected combinations of found objects, paper and materials from the domestic environment linked her work more closely to a lineage of artists who explored the links between collage, assemblage and sculpture-making, from predecessors Kurt Schwitters and Jean Arp to contemporaries Robert Rauschenberg and John Chamberlain.
Nevelson’s collage works can be found in the collections of numerous major museums across the United States and Europe, including the Whitney Museum of American Art, New York; the Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC; the Walker Art Center, Minneapolis; Tate Modern, London; Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Turin; the Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk; the Moderna Museet, Stockholm; and Museum Ludwig, Cologne.
ABOUT THE BOOK
Out of Order: The Collages of Louise Nevelson is the first comprehensive study dedicated exclusively to Louise Nevelson’s work in collage. The book, published as a collaboration between Fondazione Marconi and Mousse Publishing, takes as its point of departure a close material and technical examination of this body of work, before setting out to position the role of collage in the artist’s practice more broadly. The book consists of two main essays: the first by art historian and curator Yuval Etgar, who divides Nevelson’s output in collage into six main categories, linking these to parallel tendencies in collage during the 1950s and 1960s as well as to earlier examples in the history of this practice. The second essay, by technical art historian Pia Gottschaller, delves into Nevelson’s complex process of selecting object materials for her collages, and analyses her methods of working and treating these materials. The book includes more than 250 colour plates of collages by Nevelson from various collections worldwide.