MarkusSCHINWALD
Markus Schinwald
Gió Marconi, Milan
30.03.–19.05.2017
Markus Schinwald
Gió Marconi, Milan
30.03.–19.05.2017
IT
Markus Schinwald
Inaugurazione: mercoledì 29 marzo dalle 18 alle 21
30 marzo - 20 maggio 2017
martedì – sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare la quarta mostra personale dell'artista austriaco Markus Schinwald in galleria.
Basandosi su un campo di ricerca che spazia dalla psicologia alla letteratura fino alla danza e alla storia della moda, Markus Schinwald esplora l'idea del corpo umano come costrutto culturale.
Il repertorio artistico di Schinwald include sculture composte con le gambe divaricate dei tavoli Chippendale, ritratti ottocenteschi da lui manipolati, film senza inizio e installazioni site - specific.
La sua arte dà forma alla psiche e alle sue tensioni creando atmosfere misteriose e inquietanti che rimandano al contesto viennese della sua produzione attraverso i riferimenti allo stile decorativo Biedermeier e alla psicanalisi. L'artista si concentra sul processo di manipolazione e alterazione dei corpi e del loro contesto attraverso lavori spaziali e interventi architettonici.
Nel 2011 Markus Schinwald ha rappresentato l'Austria alla 54Biennale di Venezia con un'installazione che giocava architettonicamente con lo spazio esistente. All'interno del padiglione austriaco Schinwald ha costruito una struttura labirintica di pareti sospese che aprivano lo sguardo sulle gambe delle persone incorporando i visitatori all'interno dell'installazione e rendendoli protagonisti.
Anche la mostra da Giò Marconi gioca con l'architettura della galleria e consiste in due lavori architettonici corrispondenti.
Entrando nello spazio espositivo il visitatore cammina lungo una linea di nove sculture realizzate con sacchi di tela - tutti installati su una sola parete della galleria in una singola linea - che contengono composizioni di gambe Chippendale, alcune divaricate, altre pudiche.
Nella sua pratica scultorea, Schinwald è sempre stato interessato alla manipolazione di pezzi di arredo. Ha spesso utilizzato tavoli, sedie, gambe in stile Biedermeier tipico del diciannovesimo secolo, decontestualizzandoli e riassemblandoli secondo modalità inedite che rivelano le loro qualità antropomorfiche.
La parti in legno parzialmente nascoste tendono il tessuto, una reminiscenza dei drappi bianchi che si utilizzavano per proteggere gli arredi, creando così forme allusive, bizzarre e sensuali. La stoffa tesa agisce sia da imbracatura che da bozzolo, celando articolazioni e artiche lottano almeno quanto si assecondano.
Schinwald è anche intervenuto sullo spazio stesso della galleria: un mosaico di pannelli metallici a incastro si estende lungo il soffitto, decorato in rilievo con un motivo che crea l'impressione di una complessa macchina sospesa, come se si trattasse dell'esposizione di viscere meccaniche. Il metallo imita il tratto del bassorilievo tipico dello stucco Rococo, curvandosi ed estendendosi verso l'alto, ed emana nello spazio uno scintillio rosso vagamente aggressivo, dando all'intera mostra un tocco lievemente erotico.
Trasformando il soffitto bianco della galleria in un'opera a mosaico Schinwald conferisce all'ambiente un'atmosfera completamente diversa facendo dello spazio un'Opera d'arte totale.
All'entrata della galleria è esposto "Jubelhemd". Uno dei primi lavori dell'artista, è un'opera in tessuto ispirata alle camicie confezionate su misura indossate dai direttori d'orchestra. Le maniche alterate costringono chi la indossa a tenere le braccia alzate, un gesto che evoca sia la vittoria che la capitolazione. Sebbene "Jubelhemd" stia celebrando il suo ventesimo anniversario, i suoi estremi ambivalenti sembrano particolarmente rilevanti nel clima politico di oggi.
Markus Schinwald (n.1973 Salisburgo) vive e lavora a Vienna e a NewYork.
I suoi lavori sono stati presentati internazionalmente in diverse esposizioni personali tra cui: "Markus Schinwald", Magasin III,Stoccolma, Svezia, 2015; "Il dissoluto punito", La Triennale di Milano,Milano, Italia, 2014; "Markus Schinwald", M museum Leuven, Leuven, Belgio, 2014, "Ouverture", Palais de Tokyo, Parigi, Francia, 2013; 54°Biennale di Venezia, Padiglione Austriaco, Venezia, Italia, 2011, Migros Museum, Zurigo, Svizzera, 2008. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali tra cui: MUMOK –Museum ModernerKunst, Vienna, Austria; Museum Belvedere, Vienna, Austria; Muséed’Art moderne, Paris, France; Kunsthaus Zürich, Svizzera; MigrosMuseum für Gegenwartskunst, Zurigo, Svizzera, Tate Modern, Londra.
Inaugurazione: mercoledì 29 marzo dalle 18 alle 21
30 marzo - 20 maggio 2017
martedì – sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare la quarta mostra personale dell'artista austriaco Markus Schinwald in galleria.
Basandosi su un campo di ricerca che spazia dalla psicologia alla letteratura fino alla danza e alla storia della moda, Markus Schinwald esplora l'idea del corpo umano come costrutto culturale.
Il repertorio artistico di Schinwald include sculture composte con le gambe divaricate dei tavoli Chippendale, ritratti ottocenteschi da lui manipolati, film senza inizio e installazioni site - specific.
La sua arte dà forma alla psiche e alle sue tensioni creando atmosfere misteriose e inquietanti che rimandano al contesto viennese della sua produzione attraverso i riferimenti allo stile decorativo Biedermeier e alla psicanalisi. L'artista si concentra sul processo di manipolazione e alterazione dei corpi e del loro contesto attraverso lavori spaziali e interventi architettonici.
Nel 2011 Markus Schinwald ha rappresentato l'Austria alla 54Biennale di Venezia con un'installazione che giocava architettonicamente con lo spazio esistente. All'interno del padiglione austriaco Schinwald ha costruito una struttura labirintica di pareti sospese che aprivano lo sguardo sulle gambe delle persone incorporando i visitatori all'interno dell'installazione e rendendoli protagonisti.
Anche la mostra da Giò Marconi gioca con l'architettura della galleria e consiste in due lavori architettonici corrispondenti.
Entrando nello spazio espositivo il visitatore cammina lungo una linea di nove sculture realizzate con sacchi di tela - tutti installati su una sola parete della galleria in una singola linea - che contengono composizioni di gambe Chippendale, alcune divaricate, altre pudiche.
Nella sua pratica scultorea, Schinwald è sempre stato interessato alla manipolazione di pezzi di arredo. Ha spesso utilizzato tavoli, sedie, gambe in stile Biedermeier tipico del diciannovesimo secolo, decontestualizzandoli e riassemblandoli secondo modalità inedite che rivelano le loro qualità antropomorfiche.
La parti in legno parzialmente nascoste tendono il tessuto, una reminiscenza dei drappi bianchi che si utilizzavano per proteggere gli arredi, creando così forme allusive, bizzarre e sensuali. La stoffa tesa agisce sia da imbracatura che da bozzolo, celando articolazioni e artiche lottano almeno quanto si assecondano.
Schinwald è anche intervenuto sullo spazio stesso della galleria: un mosaico di pannelli metallici a incastro si estende lungo il soffitto, decorato in rilievo con un motivo che crea l'impressione di una complessa macchina sospesa, come se si trattasse dell'esposizione di viscere meccaniche. Il metallo imita il tratto del bassorilievo tipico dello stucco Rococo, curvandosi ed estendendosi verso l'alto, ed emana nello spazio uno scintillio rosso vagamente aggressivo, dando all'intera mostra un tocco lievemente erotico.
Trasformando il soffitto bianco della galleria in un'opera a mosaico Schinwald conferisce all'ambiente un'atmosfera completamente diversa facendo dello spazio un'Opera d'arte totale.
All'entrata della galleria è esposto "Jubelhemd". Uno dei primi lavori dell'artista, è un'opera in tessuto ispirata alle camicie confezionate su misura indossate dai direttori d'orchestra. Le maniche alterate costringono chi la indossa a tenere le braccia alzate, un gesto che evoca sia la vittoria che la capitolazione. Sebbene "Jubelhemd" stia celebrando il suo ventesimo anniversario, i suoi estremi ambivalenti sembrano particolarmente rilevanti nel clima politico di oggi.
Markus Schinwald (n.1973 Salisburgo) vive e lavora a Vienna e a NewYork.
I suoi lavori sono stati presentati internazionalmente in diverse esposizioni personali tra cui: "Markus Schinwald", Magasin III,Stoccolma, Svezia, 2015; "Il dissoluto punito", La Triennale di Milano,Milano, Italia, 2014; "Markus Schinwald", M museum Leuven, Leuven, Belgio, 2014, "Ouverture", Palais de Tokyo, Parigi, Francia, 2013; 54°Biennale di Venezia, Padiglione Austriaco, Venezia, Italia, 2011, Migros Museum, Zurigo, Svizzera, 2008. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali tra cui: MUMOK –Museum ModernerKunst, Vienna, Austria; Museum Belvedere, Vienna, Austria; Muséed’Art moderne, Paris, France; Kunsthaus Zürich, Svizzera; MigrosMuseum für Gegenwartskunst, Zurigo, Svizzera, Tate Modern, Londra.
EN
Markus Schinwald
Opening: Wednesday, March 29; 6pm - 9pm
March 30 - May 20, 2017
From Tuesday to Saturday; 11am - 7pm
Giò Marconi is very pleased to announce his fourth solo show withAustrian artist Markus Schinwald.
Based on interests ranging from psychology and literature to dance and the history of fashion, Schinwald explores the idea of the human body as a cultural construct. Schinwald’s artistic repertoire consists of splayed table leg sculptures, distorted 19th century portraits,marionettes, films without beginning or end and site-specific installations.
His art gives form to the psyche and its tensions and creates a mysterious and unsettling atmosphere that hints at its Viennese production context through references to decorative Biedermeier styleor psychoanalysis. He concentrates on processes of manipulation and alteration of bodies and their surroundings through spatial works and architectural interventions.
In 2011, Markus Schinwald represented Austria at the 54th VeniceBiennial with an installation that architecturally played with the existing space. Inside the Austrian pavilion Schinwald had constructed a mazy wall structure of suspended walls that opened the view onto other people’s legs therewith incorporating the visitors into the installation and making them protagonists.
The exhibition at Giò Marconi also plays with the gallery’s architecture and consists of two corresponding architectural works.
Upon entering the exhibition space the viewer walks towards a long row of ten canvas sack sculptures - all hung in a single file along one wall of the gallery, each filled with arrangements of Chippendale-legs,some splayed, some demure.In his sculptural practice Schinwald has always been interested in the manipulation of pieces of furniture. He often uses Biedermeier table or chair legs, characteristic of a 19th-Century style. He saws them off and rearranges them in uncanny ways that bring out their anthropomorphic qualities. The half-hidden wooden parts stretch the fabric, which is reminiscent of the white cloth that is used to cover and protect furniture, thus creating weird and sexually allusive forms. The stretched fabric acts as both sling and cocoon, concealing joints and limbs that struggle as much as they acquiesce.
Besides the row of sacks Schinwald also intervenes with the actual gallery space: The jigsaw-like assembly of large, interlocking metal panels that extend across the ceiling, are embossed with a pattern that creates the impression of a complex, suspended machine, a kind of exposed mechanical viscera. The metal mimics the bas relief gesture of Rococo stucco, curving and extending overhead,blanketing the entire space in a mildly aggressive red sheen and giving the whole show a slightly erotic touch.
In transforming the white gallery ceiling into a red tiled artwork Schinwald bestows a completely different atmosphere upon the room and makes a Gesamtkunstwerk of the space.
At the entrance of the gallery, the 'Jubelhemd" is displayed. One of Schinwald's earliest works, is a fabric piece inspired by the tailored shirts worn by orchestral conductors. The altered arms force the wearer to keep their arms raised, a gesture that evokes both celebration and capitulation. Though the 'Jubelhemd' is celebrating its20th anniversary, its ambivalent extremes seem particularly relevant into day's political climate.
Markus Schinwald (b.1973 Salzburg) lives and works in Vienna andNew York.
He has been featured in solo and group exhibitions internationally at institutions including: "Markus Schinwald" Magasin III, Stockholm,Sweden (2015); "Il dissoluto punito", La Triennale di Milano, Milan,Italy (2014); "Markus Schinwald", M Museum Leuven, Leuven,Belgium (2014); "Ouverture", Palais de Tokyo, Paris, France (2013);54th Venice Biennale, Austrian Pavilion, Venice, Italy (2011); Migros Museum, Zurich, Switzerland (2008).
Markus Schinwald's work is part of major collections, such as: Museum of Modern Art MUMOK, Vienna, Austria; Belvedere Museum, Vienna,Austria; Musée d’Art moderne, Paris, France; Kunsthaus Zürich,Switzerland; Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurich,Switzerland; Tate Modern, London.
Opening: Wednesday, March 29; 6pm - 9pm
March 30 - May 20, 2017
From Tuesday to Saturday; 11am - 7pm
Giò Marconi is very pleased to announce his fourth solo show withAustrian artist Markus Schinwald.
Based on interests ranging from psychology and literature to dance and the history of fashion, Schinwald explores the idea of the human body as a cultural construct. Schinwald’s artistic repertoire consists of splayed table leg sculptures, distorted 19th century portraits,marionettes, films without beginning or end and site-specific installations.
His art gives form to the psyche and its tensions and creates a mysterious and unsettling atmosphere that hints at its Viennese production context through references to decorative Biedermeier styleor psychoanalysis. He concentrates on processes of manipulation and alteration of bodies and their surroundings through spatial works and architectural interventions.
In 2011, Markus Schinwald represented Austria at the 54th VeniceBiennial with an installation that architecturally played with the existing space. Inside the Austrian pavilion Schinwald had constructed a mazy wall structure of suspended walls that opened the view onto other people’s legs therewith incorporating the visitors into the installation and making them protagonists.
The exhibition at Giò Marconi also plays with the gallery’s architecture and consists of two corresponding architectural works.
Upon entering the exhibition space the viewer walks towards a long row of ten canvas sack sculptures - all hung in a single file along one wall of the gallery, each filled with arrangements of Chippendale-legs,some splayed, some demure.In his sculptural practice Schinwald has always been interested in the manipulation of pieces of furniture. He often uses Biedermeier table or chair legs, characteristic of a 19th-Century style. He saws them off and rearranges them in uncanny ways that bring out their anthropomorphic qualities. The half-hidden wooden parts stretch the fabric, which is reminiscent of the white cloth that is used to cover and protect furniture, thus creating weird and sexually allusive forms. The stretched fabric acts as both sling and cocoon, concealing joints and limbs that struggle as much as they acquiesce.
Besides the row of sacks Schinwald also intervenes with the actual gallery space: The jigsaw-like assembly of large, interlocking metal panels that extend across the ceiling, are embossed with a pattern that creates the impression of a complex, suspended machine, a kind of exposed mechanical viscera. The metal mimics the bas relief gesture of Rococo stucco, curving and extending overhead,blanketing the entire space in a mildly aggressive red sheen and giving the whole show a slightly erotic touch.
In transforming the white gallery ceiling into a red tiled artwork Schinwald bestows a completely different atmosphere upon the room and makes a Gesamtkunstwerk of the space.
At the entrance of the gallery, the 'Jubelhemd" is displayed. One of Schinwald's earliest works, is a fabric piece inspired by the tailored shirts worn by orchestral conductors. The altered arms force the wearer to keep their arms raised, a gesture that evokes both celebration and capitulation. Though the 'Jubelhemd' is celebrating its20th anniversary, its ambivalent extremes seem particularly relevant into day's political climate.
Markus Schinwald (b.1973 Salzburg) lives and works in Vienna andNew York.
He has been featured in solo and group exhibitions internationally at institutions including: "Markus Schinwald" Magasin III, Stockholm,Sweden (2015); "Il dissoluto punito", La Triennale di Milano, Milan,Italy (2014); "Markus Schinwald", M Museum Leuven, Leuven,Belgium (2014); "Ouverture", Palais de Tokyo, Paris, France (2013);54th Venice Biennale, Austrian Pavilion, Venice, Italy (2011); Migros Museum, Zurich, Switzerland (2008).
Markus Schinwald's work is part of major collections, such as: Museum of Modern Art MUMOK, Vienna, Austria; Belvedere Museum, Vienna,Austria; Musée d’Art moderne, Paris, France; Kunsthaus Zürich,Switzerland; Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurich,Switzerland; Tate Modern, London.