JohnBOCK
Light Scribble on Neck Muscle - John Bock and Heiner Franzen (invited by John Bock)
Gió Marconi, Milan
25.09.–14.11.2019
Light Scribble on Neck Muscle - John Bock and Heiner Franzen (invited by John Bock)
Gió Marconi, Milan
25.09.–14.11.2019
IT
John Bock
Heiner Franzen (invited by John Bock)
Light Scribble on Neck Muscle
Inaugurazione: mercoledì 25 settembre dalle 19 alle 21
26 settembre – 14 novembre 2019
martedì – sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare Light Scribble on Neck Muscle, una nuova mostra dell’artista tedesco John Bock, la sua quinta con la galleria. John Bock ha invitato il suo collega Heiner Franzen, artista della stessa generazione che, come lui, ha esordito sulla scena artistica berlinese negli anni Novanta.
Nato nel 1965, John Bock è diventato famoso nella metà negli anni Novanta per le sue performance, le così dette Lectures, così come per le sue installazioni espanse, composte da oggetti quotidiani e video.Le sue prime Lectures, degli ibridi tra performance e lezione accademica, erano focalizzate soprattutto su tematiche economiche (l’artista ha studiato economia e arte all’Università di Amburgo), successivamente sono state combinate dall’artista con tematiche affini al mondo dell’arte. Negli ultimi anni, la pratica di Bock si è focalizzata maggiormente sul medium cinematografico.
La produzione di John Bock sfugge alle classificazioni, oscillando tra teatro, performance, video, installazione, scultura e collage e intessendo un costante dialogo interdisciplinare con l'economia, l’agricoltura, la musica, la moda, la filosofia, il linguaggio sperimentale e la cultura popolare. Piuttosto che lavorare all’interno di categorie predeterminate, le opere di Bock confondono i confini tra i diversi generi, lasciandoli aperti.
Per la mostra da Gió Marconi, John Bock ha prodotto un'installazione che combina l'azione dal vivo e oggetti autoprodotti, entrambi elementi tipici della poetica dell'artista, col proposito di creare uno spazio: un ambiente curvo realizzato con un morbido tappeto, affiancato da dipinti su entrambi i lati, diventa il palcoscenico per diversi gruppi di oggetti – un bric-a-brac equipaggiato con congegni meccanici – che sono fatti vivere dall’intermittente lecture messa in scena da Bock. Due videocamere di sorveglianza installate sulla sommità di una struttura mobile, portano l’attenzione sui dettagli mostrati su piccoli monitor incollati ad un televisore obsoleto.Mentre le azioni live di Bock in stop motion sono proiettate su un vecchio schermo, un giradischi suona la colonna sonora del film. All’interno di questa installazione, tutto sembra essere connesso con qualcos’altro sia sul piano meramente materiale che su quello simbolico.
Una serie di collage 3-D completano l’installazione ed al tempo stesso sono ad essa complementari.Il collage è sempre stato un medium importante e molto spesso esplorato da John Bock. Con questo nuovo corpo di opere, l’artista estende il classico collage alla terza dimensione. Con umorismo e una grande varietà di materiali trovati, come tipico dell’artista, Bock crea piccoli ambienti scenici e mondi in miniatura, suoi peculiari.
Heiner Franzen elabora ricordi collettivi della vita quotidiana - prodotti della memoria, film, icone, medicine, e li inserisce all'interno di grandi disegni e videoinstallazioni.
Per questa mostra, Franzen presenta "Field of Vision, un ensemble di disegni, oggetti, video proiezioni. Fotografie animate. Un giocatore di football dopo aver mancato un rigore. Un buco nella serratura. Un proiettore miope. Piedi scintillanti si voltano per andare. Movimenti della bocca e apparizioni da un film di Pasolini. Figure fibrose e gesti mutanti. Il cinema semplice scivola sulla carta e torna indietro.L'artista fila, anima, disegna, disassembla, distorce questo materiale e lo ricolloca in insiemi che lo spettatore può attraversare come un episodio della memoria.
Heiner Franzen (invited by John Bock)
Light Scribble on Neck Muscle
Inaugurazione: mercoledì 25 settembre dalle 19 alle 21
26 settembre – 14 novembre 2019
martedì – sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare Light Scribble on Neck Muscle, una nuova mostra dell’artista tedesco John Bock, la sua quinta con la galleria. John Bock ha invitato il suo collega Heiner Franzen, artista della stessa generazione che, come lui, ha esordito sulla scena artistica berlinese negli anni Novanta.
Nato nel 1965, John Bock è diventato famoso nella metà negli anni Novanta per le sue performance, le così dette Lectures, così come per le sue installazioni espanse, composte da oggetti quotidiani e video.Le sue prime Lectures, degli ibridi tra performance e lezione accademica, erano focalizzate soprattutto su tematiche economiche (l’artista ha studiato economia e arte all’Università di Amburgo), successivamente sono state combinate dall’artista con tematiche affini al mondo dell’arte. Negli ultimi anni, la pratica di Bock si è focalizzata maggiormente sul medium cinematografico.
La produzione di John Bock sfugge alle classificazioni, oscillando tra teatro, performance, video, installazione, scultura e collage e intessendo un costante dialogo interdisciplinare con l'economia, l’agricoltura, la musica, la moda, la filosofia, il linguaggio sperimentale e la cultura popolare. Piuttosto che lavorare all’interno di categorie predeterminate, le opere di Bock confondono i confini tra i diversi generi, lasciandoli aperti.
Per la mostra da Gió Marconi, John Bock ha prodotto un'installazione che combina l'azione dal vivo e oggetti autoprodotti, entrambi elementi tipici della poetica dell'artista, col proposito di creare uno spazio: un ambiente curvo realizzato con un morbido tappeto, affiancato da dipinti su entrambi i lati, diventa il palcoscenico per diversi gruppi di oggetti – un bric-a-brac equipaggiato con congegni meccanici – che sono fatti vivere dall’intermittente lecture messa in scena da Bock. Due videocamere di sorveglianza installate sulla sommità di una struttura mobile, portano l’attenzione sui dettagli mostrati su piccoli monitor incollati ad un televisore obsoleto.Mentre le azioni live di Bock in stop motion sono proiettate su un vecchio schermo, un giradischi suona la colonna sonora del film. All’interno di questa installazione, tutto sembra essere connesso con qualcos’altro sia sul piano meramente materiale che su quello simbolico.
Una serie di collage 3-D completano l’installazione ed al tempo stesso sono ad essa complementari.Il collage è sempre stato un medium importante e molto spesso esplorato da John Bock. Con questo nuovo corpo di opere, l’artista estende il classico collage alla terza dimensione. Con umorismo e una grande varietà di materiali trovati, come tipico dell’artista, Bock crea piccoli ambienti scenici e mondi in miniatura, suoi peculiari.
Heiner Franzen elabora ricordi collettivi della vita quotidiana - prodotti della memoria, film, icone, medicine, e li inserisce all'interno di grandi disegni e videoinstallazioni.
Per questa mostra, Franzen presenta "Field of Vision, un ensemble di disegni, oggetti, video proiezioni. Fotografie animate. Un giocatore di football dopo aver mancato un rigore. Un buco nella serratura. Un proiettore miope. Piedi scintillanti si voltano per andare. Movimenti della bocca e apparizioni da un film di Pasolini. Figure fibrose e gesti mutanti. Il cinema semplice scivola sulla carta e torna indietro.L'artista fila, anima, disegna, disassembla, distorce questo materiale e lo ricolloca in insiemi che lo spettatore può attraversare come un episodio della memoria.
EN
John Bock
Heiner Franzen (invited by John Bock)
Light Scribble on Neck Muscle
Opening Wednesday, September 25, 2019; 7pm- 9pm
September 26, 2019 – November 14, 2019
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi is pleased to announce Light Scribble on Neck Muscle, a new exhibition by German artist John Bock and his fifth with the gallery. Invited by John Bock is Heiner Franzen, a fellow artist of the same generation who also started his career in Berlin in the 1990s.
Born in 1965, John Bock became known in the mid 1990s for his performances, his so-called Lectures, as well as for his expansive installations, consisting of everyday objects and videos.His early Lectures, which were a crossbreed of performance and academic lesson, focused mainly on economic themes (the artist had, in fact, studied economics and art at the University in Hamburg) and were subsequently combined with topics that were closer to the art world. In recent years, Bock’s practice has become more focused on the medium of film.
John Bock’s oeuvre is impossible to classify as it oscillates between theatre, performance, video, installation, sculpture and collage and is in constant interdisciplinary dialogue with economics, agriculture, music, fashion, philosophy, experimental language and popular culture. Instead of working within predetermined categories, Bock’s work much rather serves in order to confuse the boundaries between different genres and to break them open.
For the exhibition at Gió Marconi, John Bock has produced an installation that combines the artist's typical elements of live action and self-made objects in a purpose-built space: a curve-shaped environment consisting of a large soft textile carpet, flanked by paintings on each side, prepares the stage for various groups of objects. Composed of everyday bric-a-brac and equipped with mechanical devices, the objects are brought to life by a fragmentary live lecture performed by Bock. Two movable surveillance cameras on top of a walking frame draw attention to details displayed on small monitors glued to a dead television.While Bock's live actions, projected onto a foldable, old-fashioned slide-screen, are executed in stop motion, a retro LP player delivers the soundtrack to the film. In this installation, everything is seemingly connected with everything else on both a mere material as well as a symbolic level.
The expansive installation is complemented and completed by a series of differently sized 3-D collages. The collage has always been an important and much-used medium for John Bock. With this new body of work he extends the classic collage into the third dimension. With wit and a large variety of found materials typical for the artist, Bock creates small scenic environments and miniature worlds of his own.
Heiner Franzen processes collective memories from everyday life -memory effects, films, icons, medicine, etc.- and places them in large drawings and video installations.
For this exhibition, Franzen shows "Field of Vision", an ensemble of drawings, objects and video projections. Animated photographs. A footballer after he missed a penalty. A keyhole peep A shortsighted projector. Shining-feet turn to leave. Mouth movements and looks from a Pasolini movie. Pulling up pants on the horizon. Fibrous figures and mutating gestures. Simple cinema slips into the paper and back again. He films, animates, draws, disassembles, distorts this material and places it in ensembles that the recipient can traverse like an episodic memory.
Heiner Franzen (invited by John Bock)
Light Scribble on Neck Muscle
Opening Wednesday, September 25, 2019; 7pm- 9pm
September 26, 2019 – November 14, 2019
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi is pleased to announce Light Scribble on Neck Muscle, a new exhibition by German artist John Bock and his fifth with the gallery. Invited by John Bock is Heiner Franzen, a fellow artist of the same generation who also started his career in Berlin in the 1990s.
Born in 1965, John Bock became known in the mid 1990s for his performances, his so-called Lectures, as well as for his expansive installations, consisting of everyday objects and videos.His early Lectures, which were a crossbreed of performance and academic lesson, focused mainly on economic themes (the artist had, in fact, studied economics and art at the University in Hamburg) and were subsequently combined with topics that were closer to the art world. In recent years, Bock’s practice has become more focused on the medium of film.
John Bock’s oeuvre is impossible to classify as it oscillates between theatre, performance, video, installation, sculpture and collage and is in constant interdisciplinary dialogue with economics, agriculture, music, fashion, philosophy, experimental language and popular culture. Instead of working within predetermined categories, Bock’s work much rather serves in order to confuse the boundaries between different genres and to break them open.
For the exhibition at Gió Marconi, John Bock has produced an installation that combines the artist's typical elements of live action and self-made objects in a purpose-built space: a curve-shaped environment consisting of a large soft textile carpet, flanked by paintings on each side, prepares the stage for various groups of objects. Composed of everyday bric-a-brac and equipped with mechanical devices, the objects are brought to life by a fragmentary live lecture performed by Bock. Two movable surveillance cameras on top of a walking frame draw attention to details displayed on small monitors glued to a dead television.While Bock's live actions, projected onto a foldable, old-fashioned slide-screen, are executed in stop motion, a retro LP player delivers the soundtrack to the film. In this installation, everything is seemingly connected with everything else on both a mere material as well as a symbolic level.
The expansive installation is complemented and completed by a series of differently sized 3-D collages. The collage has always been an important and much-used medium for John Bock. With this new body of work he extends the classic collage into the third dimension. With wit and a large variety of found materials typical for the artist, Bock creates small scenic environments and miniature worlds of his own.
Heiner Franzen processes collective memories from everyday life -memory effects, films, icons, medicine, etc.- and places them in large drawings and video installations.
For this exhibition, Franzen shows "Field of Vision", an ensemble of drawings, objects and video projections. Animated photographs. A footballer after he missed a penalty. A keyhole peep A shortsighted projector. Shining-feet turn to leave. Mouth movements and looks from a Pasolini movie. Pulling up pants on the horizon. Fibrous figures and mutating gestures. Simple cinema slips into the paper and back again. He films, animates, draws, disassembles, distorts this material and places it in ensembles that the recipient can traverse like an episodic memory.