LucieSTAHL
Chinese Medicine
Gió Marconi, Milan
26.09.–09.11.2013
Chinese Medicine
Gió Marconi, Milan
26.09.–09.11.2013
1/9
Lucie Stahl
Let's Put Clearer Energy on the Menu, 2013
Inkjet print and collage on aluminium, UV resistent lacquer
190 x 138 x 2.9 cm
Let's Put Clearer Energy on the Menu, 2013
Inkjet print and collage on aluminium, UV resistent lacquer
190 x 138 x 2.9 cm
IT
Lucie Stahl
Chinese Medicine
Inaugurazione: giovedì 26 settembre, dalle 19 alle 21
27 settembre - 9 novembre 2013
Dal martedì al sabato, 10-19
Giò Marconi ha il piacere di presentare in parallelo due mostre personali di Lucie Stahl e Fredrik Værslev.
L’artista tedesca Lucie Stahl utilizza una particolare tecnica fotografica per cui dispone oggetti di consumo sulla lastra di uno scanner che ne rileva le forme. Le immagini bidimensionali così ottenute vengono ingrandite, stampate a getto d’inchiostro e infine ricoperte da uno spesso strato di poliuretano lucido che fa quasi da cornice. Le opere vengono poi appese direttamente sul muro della galleria, come poster.
Per la sua prima mostra alla galleria Giò Marconi Lucie Stahl ha preparato una nuova serie di opere, manifesti e poster, utilizzando gli elementi caratteristici dei cartelloni pubblicitari e dei manifesti agitprop. Inoltre l’artista presenterà piccoli oggetti scultorei ricavati da vecchie lattine di birra e soda.
L’anno scorso mi sono fatta curare il ginocchio a Santa Monica, in California, da un medico specializzato in Medicina Cinese Tradizionale; oltre all’agopuntura mi sono sottoposta ad una valutazione generale. Il Dr. Lu mi ha suggerito diversi cambiamenti da apportare al mio stile di vita, in particolare alla dieta, cambiamenti che dovrei prendere seriamente in considerazione e che cerco più o meno di seguire. Mentre aspettavo in sala d’attesa per l’ultima seduta, sfogliando l’Economist ho notato un articolo intitolato “Medicina Cinese” sul debito degli Stati Uniti nei confronti della Cina. E così come spesso la mia mente va alla deriva scivolando in una confusa nebbia di baldoria, allo stesso modo mi appassiono quando invece ho a che fare con qualcosa di vagamente serio, complicato o razzista, dato che ho solo un’idea molto vaga di cosa significhi che gli Stati Uniti hanno un debito con la Cina di milioni e milioni di dollari.
Leggere l’articolo non ha aiutato ma molte cose mi sono capitate durante quella lunga seduta di agopuntura. La più importante è che quella vaga coincidenza sarebbe stata il punto di partenza della mia nuova serie di lavori e poi che il “conoscere” qualcosa non è proprio una cosa da poco. All’improvviso dal nulla sono apparse davanti ai miei occhi possibili illustrazioni per la copertina di un numero dell’Economist intitolato “Medicina Cinese”: giganteschi aghi per l’agopuntura minacciano lo spazio aereo degli Stati Uniti nello spirito della propaganda sullo Scudo Spaziale del governo Reagan sorvolano un globo generato da un computer e, così come le punte degli aghi da agopuntura tendono a spezzarsi all’interno del corpo rendendosi visibili solo successivamente con una radiografia, così il globo sul quale spiccano gli Stati Uniti dovrebbe essere olografico in modo che quando si giri il giornale da un lato esso diventi buio come la notte e si veda la rete energetica degli Stati Uniti costituita da piccoli aghi nucleari spezzati.
Io sono tedesca. Ho vissuto a Los Angeles negli ultimi anni. Ho comprato una Subaru marrone che a volte guido nel deserto dove raccolgo vecchie lattine di alluminio scolorito di Bud e Coca Cola. Solo quando mi sono trovata sdraiata sulla schiena con addosso unicamente la bianchieria nei confini bui e freddi dello studio del medico cinese ho capito cosa avrebbero potuto essere queste lattine o, per essere più precisa, come poter sfruttare quella mia collezione di rifiuti. Realizzando ruote di preghiera tibetane.
Lucie Stahl
Lucie Stahl è nata a Berlino nel 1977. Ha studiato presso la Hochschule der Künste a Berlino, la Glasgow School of Art e alla Städelschule a Francoforte. Attualmente vive e lavora a Vienna dove dal 2008 dirige con Will Benedict lo spazio espositivo Pro Choice.
Tra le sue ultime personali: Natural, Paradise Garage, Los Angeles (2013); Holes, What Pipeline, Detroit (con Tom Humphreys), (2013); Waste, dépendance, Bruxelles; Lucie Stahl, Lost Property, Amsterdam (2012); Lucie Stahl, Galerie Meyer Kainer, Vienna; BÄ›la KoláÅ™ová / Lucie Stahl, Kölnischer Kunstverein, Colonia (2011); Will Benedict / Lucie Stahl, Caribic Residency, Amburgo (2010); Lucie Stahl, Kunstverein Nürnberg (2009); Boss, dépendance, Bruxelles, (2008) and Chris Humphreys / Lucie Stahl, Flaca, Londra (2005).
Inoltre Stahl ha partecipato a diverse mostre collettive, tra le più recenti: One After One, Vilma Gold, Londra (2013); whatpipeline.com, Tomorrow Gallery, Toronto (2013); Vertical Club, Bortolami, New York (2013), The Handler of Gravity, Essex Street, New York (2013); Purple Glass, Overduin and Kite, Los Angeles (2013); Cast Recording, Prism, Los Angeles (2013); Deep Cuts, Marres, Maastricht (2012); Thomas Bayrle kuratiert (ungern) Schrippenkönig mit p?, Galerie Mezzanin, Vienna (2012); An Image, Kaleidoscope Project Space, Milano (2012); Flaca / Tom Humphreys, Portikus, Francoforte (2011).
Chinese Medicine
Inaugurazione: giovedì 26 settembre, dalle 19 alle 21
27 settembre - 9 novembre 2013
Dal martedì al sabato, 10-19
Giò Marconi ha il piacere di presentare in parallelo due mostre personali di Lucie Stahl e Fredrik Værslev.
L’artista tedesca Lucie Stahl utilizza una particolare tecnica fotografica per cui dispone oggetti di consumo sulla lastra di uno scanner che ne rileva le forme. Le immagini bidimensionali così ottenute vengono ingrandite, stampate a getto d’inchiostro e infine ricoperte da uno spesso strato di poliuretano lucido che fa quasi da cornice. Le opere vengono poi appese direttamente sul muro della galleria, come poster.
Per la sua prima mostra alla galleria Giò Marconi Lucie Stahl ha preparato una nuova serie di opere, manifesti e poster, utilizzando gli elementi caratteristici dei cartelloni pubblicitari e dei manifesti agitprop. Inoltre l’artista presenterà piccoli oggetti scultorei ricavati da vecchie lattine di birra e soda.
L’anno scorso mi sono fatta curare il ginocchio a Santa Monica, in California, da un medico specializzato in Medicina Cinese Tradizionale; oltre all’agopuntura mi sono sottoposta ad una valutazione generale. Il Dr. Lu mi ha suggerito diversi cambiamenti da apportare al mio stile di vita, in particolare alla dieta, cambiamenti che dovrei prendere seriamente in considerazione e che cerco più o meno di seguire. Mentre aspettavo in sala d’attesa per l’ultima seduta, sfogliando l’Economist ho notato un articolo intitolato “Medicina Cinese” sul debito degli Stati Uniti nei confronti della Cina. E così come spesso la mia mente va alla deriva scivolando in una confusa nebbia di baldoria, allo stesso modo mi appassiono quando invece ho a che fare con qualcosa di vagamente serio, complicato o razzista, dato che ho solo un’idea molto vaga di cosa significhi che gli Stati Uniti hanno un debito con la Cina di milioni e milioni di dollari.
Leggere l’articolo non ha aiutato ma molte cose mi sono capitate durante quella lunga seduta di agopuntura. La più importante è che quella vaga coincidenza sarebbe stata il punto di partenza della mia nuova serie di lavori e poi che il “conoscere” qualcosa non è proprio una cosa da poco. All’improvviso dal nulla sono apparse davanti ai miei occhi possibili illustrazioni per la copertina di un numero dell’Economist intitolato “Medicina Cinese”: giganteschi aghi per l’agopuntura minacciano lo spazio aereo degli Stati Uniti nello spirito della propaganda sullo Scudo Spaziale del governo Reagan sorvolano un globo generato da un computer e, così come le punte degli aghi da agopuntura tendono a spezzarsi all’interno del corpo rendendosi visibili solo successivamente con una radiografia, così il globo sul quale spiccano gli Stati Uniti dovrebbe essere olografico in modo che quando si giri il giornale da un lato esso diventi buio come la notte e si veda la rete energetica degli Stati Uniti costituita da piccoli aghi nucleari spezzati.
Io sono tedesca. Ho vissuto a Los Angeles negli ultimi anni. Ho comprato una Subaru marrone che a volte guido nel deserto dove raccolgo vecchie lattine di alluminio scolorito di Bud e Coca Cola. Solo quando mi sono trovata sdraiata sulla schiena con addosso unicamente la bianchieria nei confini bui e freddi dello studio del medico cinese ho capito cosa avrebbero potuto essere queste lattine o, per essere più precisa, come poter sfruttare quella mia collezione di rifiuti. Realizzando ruote di preghiera tibetane.
Lucie Stahl
Lucie Stahl è nata a Berlino nel 1977. Ha studiato presso la Hochschule der Künste a Berlino, la Glasgow School of Art e alla Städelschule a Francoforte. Attualmente vive e lavora a Vienna dove dal 2008 dirige con Will Benedict lo spazio espositivo Pro Choice.
Tra le sue ultime personali: Natural, Paradise Garage, Los Angeles (2013); Holes, What Pipeline, Detroit (con Tom Humphreys), (2013); Waste, dépendance, Bruxelles; Lucie Stahl, Lost Property, Amsterdam (2012); Lucie Stahl, Galerie Meyer Kainer, Vienna; BÄ›la KoláÅ™ová / Lucie Stahl, Kölnischer Kunstverein, Colonia (2011); Will Benedict / Lucie Stahl, Caribic Residency, Amburgo (2010); Lucie Stahl, Kunstverein Nürnberg (2009); Boss, dépendance, Bruxelles, (2008) and Chris Humphreys / Lucie Stahl, Flaca, Londra (2005).
Inoltre Stahl ha partecipato a diverse mostre collettive, tra le più recenti: One After One, Vilma Gold, Londra (2013); whatpipeline.com, Tomorrow Gallery, Toronto (2013); Vertical Club, Bortolami, New York (2013), The Handler of Gravity, Essex Street, New York (2013); Purple Glass, Overduin and Kite, Los Angeles (2013); Cast Recording, Prism, Los Angeles (2013); Deep Cuts, Marres, Maastricht (2012); Thomas Bayrle kuratiert (ungern) Schrippenkönig mit p?, Galerie Mezzanin, Vienna (2012); An Image, Kaleidoscope Project Space, Milano (2012); Flaca / Tom Humphreys, Portikus, Francoforte (2011).
EN
Lucie Stahl
Chinese Medicine
Opening: Thursday, September 26, 2013; 7pm-9pm
September 27 - November 9, 2013
From Tuesday to Saturday, 10am-19pm
Giò Marconi is pleased to present two concurrent exhibitions of works by Lucie Stahl and Fredrik Værslev.
Lucie Stahl has developed a photographic working process in which she places and arranges everyday objects on a scanner and takes their digital imprint. The two-dimensional images are blown-up and printed out as large-scale inkjet prints, which she covers in a thick coat of glossy polyurethane that functions as a kind of frame. The works are fixed directly to the gallery walls like posters.
For her first exhibition at the gallery, Lucie Stahl has designed a series of new billboard and poster works utilizing the conventions of advertising and agitprop, alongside which she will show small sculptural objects made from old beer and soda cans.
Last year I had my knee treated by a doctor of Traditional Chinese Medicine in Santa Monica, California, where along with acupunctural treatments I underwent a general evaluation. Dr. Lu recommended various life style changes, mostly dietary, which I should seriously consider and which I tend to follow or not. While waiting in the sitting room for my latest appointment and leafing through a copy of the ‘Economist’ I came across an article concerning US debt to China under the heading ‘Chinese Medicine’. And as is often the case my mind drifted into that hazy blur of revelry I am so fond of when it comes to anything remotely serious, complicated or racist, since I have only the foggiest idea of what it means that the U.S. is indebted to China for a Quadrillion Dollars. Reading the article didn’t help but several things occurred to me during this rather long session of acupunctural treatment. Most importantly that this vague coincidence would be the starting point of my next series of works and that ‘knowing’ something doesn’t really mean shit. Suddenly out of the darkness behind my eyes various potential cover illustrations for an issue of the ‘Economist’ entitled “Chinese Medicine” appeared. Ginormous acupuncture needles threatening U.S. airspace in the spirit of Reagan era Star Wars propaganda hovered over a computer-generated globe of the world, and since the tips of acupuncture needles tend to break off in your body and are visible later in x-rays, the globe of the world which features the U.S. so prominently would be holographic so that when you turned the magazine a bit to the side the globe would turn dark as night with the U.S. energy grid made up of tiny broken off nuclear needles. I’m German. I’ve been living in Los Angeles for the past year. I bought a brown Subaru, which I’d sometimes drive into the desert where I’d collect old, bleached out aluminum cans of Bud and Coke. It wasn’t until I was lying on my back in my underwear in the cool dark confines of the Chinese doctor’s office that I knew what these cans could be, or to be more precise how it is that I could capitalize on trash collecting. Tibetan Prayer wheels.
Lucie Stahl
Lucie Stahl was born in Berlin in 1977. She studied at Hochschule der Künste, Berlin, Glasgow School of Art and at Städelschule, Frankfurt. She currently lives and works in Wien where since 2008 she runs the exhibition space Pro Choice with Will Benedict.
Recent solo shows include: Natural, Paradise Garage, Los Angeles (2013); Holes, What Pipeline, Detroit (with Tom Humphreys), (2013); Waste, dépendance, Brussels; Lucie Stahl, Lost Property, Amsterdam (2012); Lucie Stahl, Galerie Meyer Kainer, Wien; BÄ›la KoláÅ™ová / Lucie Stahl, Kölnischer Kunstverein, Cologne (2011); Will Benedict / Lucie Stahl, Caribic Residency, Hamburg (2010); Lucie Stahl, Kunstverein Nürnberg (2009); Boss, dépendance, Brussels, (2008) and Chris Humphreys / Lucie Stahl, Flaca, London (2005).
Furthermore Stahl has participated in numerous group shows including recently: One After One, Vilma Gold, London (2013); whatpipeline.com, Tomorrow Gallery, Toronto (2013); Vertical Club, Bortolami, New York (2013), The Handler of Gravity, Essex Street, New York (2013); Purple Glass, Overduin and Kite, Los Angeles (2013); Cast Recording, Prism, Los Angeles (2013); Deep Cuts, Marres, Maastricht (2012); Thomas Bayrle kuratiert (ungern) Schrippenkönig mit p?, Galerie Mezzanin, Wien (2012); An Image, Kaleidoscope Project Space, Milan (2012); Flaca / Tom Humphreys, Portikus, Frankfurt (2011).
Chinese Medicine
Opening: Thursday, September 26, 2013; 7pm-9pm
September 27 - November 9, 2013
From Tuesday to Saturday, 10am-19pm
Giò Marconi is pleased to present two concurrent exhibitions of works by Lucie Stahl and Fredrik Værslev.
Lucie Stahl has developed a photographic working process in which she places and arranges everyday objects on a scanner and takes their digital imprint. The two-dimensional images are blown-up and printed out as large-scale inkjet prints, which she covers in a thick coat of glossy polyurethane that functions as a kind of frame. The works are fixed directly to the gallery walls like posters.
For her first exhibition at the gallery, Lucie Stahl has designed a series of new billboard and poster works utilizing the conventions of advertising and agitprop, alongside which she will show small sculptural objects made from old beer and soda cans.
Last year I had my knee treated by a doctor of Traditional Chinese Medicine in Santa Monica, California, where along with acupunctural treatments I underwent a general evaluation. Dr. Lu recommended various life style changes, mostly dietary, which I should seriously consider and which I tend to follow or not. While waiting in the sitting room for my latest appointment and leafing through a copy of the ‘Economist’ I came across an article concerning US debt to China under the heading ‘Chinese Medicine’. And as is often the case my mind drifted into that hazy blur of revelry I am so fond of when it comes to anything remotely serious, complicated or racist, since I have only the foggiest idea of what it means that the U.S. is indebted to China for a Quadrillion Dollars. Reading the article didn’t help but several things occurred to me during this rather long session of acupunctural treatment. Most importantly that this vague coincidence would be the starting point of my next series of works and that ‘knowing’ something doesn’t really mean shit. Suddenly out of the darkness behind my eyes various potential cover illustrations for an issue of the ‘Economist’ entitled “Chinese Medicine” appeared. Ginormous acupuncture needles threatening U.S. airspace in the spirit of Reagan era Star Wars propaganda hovered over a computer-generated globe of the world, and since the tips of acupuncture needles tend to break off in your body and are visible later in x-rays, the globe of the world which features the U.S. so prominently would be holographic so that when you turned the magazine a bit to the side the globe would turn dark as night with the U.S. energy grid made up of tiny broken off nuclear needles. I’m German. I’ve been living in Los Angeles for the past year. I bought a brown Subaru, which I’d sometimes drive into the desert where I’d collect old, bleached out aluminum cans of Bud and Coke. It wasn’t until I was lying on my back in my underwear in the cool dark confines of the Chinese doctor’s office that I knew what these cans could be, or to be more precise how it is that I could capitalize on trash collecting. Tibetan Prayer wheels.
Lucie Stahl
Lucie Stahl was born in Berlin in 1977. She studied at Hochschule der Künste, Berlin, Glasgow School of Art and at Städelschule, Frankfurt. She currently lives and works in Wien where since 2008 she runs the exhibition space Pro Choice with Will Benedict.
Recent solo shows include: Natural, Paradise Garage, Los Angeles (2013); Holes, What Pipeline, Detroit (with Tom Humphreys), (2013); Waste, dépendance, Brussels; Lucie Stahl, Lost Property, Amsterdam (2012); Lucie Stahl, Galerie Meyer Kainer, Wien; BÄ›la KoláÅ™ová / Lucie Stahl, Kölnischer Kunstverein, Cologne (2011); Will Benedict / Lucie Stahl, Caribic Residency, Hamburg (2010); Lucie Stahl, Kunstverein Nürnberg (2009); Boss, dépendance, Brussels, (2008) and Chris Humphreys / Lucie Stahl, Flaca, London (2005).
Furthermore Stahl has participated in numerous group shows including recently: One After One, Vilma Gold, London (2013); whatpipeline.com, Tomorrow Gallery, Toronto (2013); Vertical Club, Bortolami, New York (2013), The Handler of Gravity, Essex Street, New York (2013); Purple Glass, Overduin and Kite, Los Angeles (2013); Cast Recording, Prism, Los Angeles (2013); Deep Cuts, Marres, Maastricht (2012); Thomas Bayrle kuratiert (ungern) Schrippenkönig mit p?, Galerie Mezzanin, Wien (2012); An Image, Kaleidoscope Project Space, Milan (2012); Flaca / Tom Humphreys, Portikus, Frankfurt (2011).