MatthewBRANNON
The Inevitable and the Unnecessary
Gió Marconi, Milan
18.11.2010–22.01.2011
The Inevitable and the Unnecessary
Gió Marconi, Milan
18.11.2010–22.01.2011
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Matthew Brannon, Installation view, The Inevitable and the Unnecessary, Gió Marconi, Milan, 2010-2011
1/6
Matthew Brannon
Audition (We're writing a play. It starts with an orgy. With animals tearing each other's guts out. With sounds of breaking glass. Then it's tedious, without direction. More boring than, 2007
Wood, leather, silkscreen on canvas, ink on paper
Variable dimensions
Audition (We're writing a play. It starts with an orgy. With animals tearing each other's guts out. With sounds of breaking glass. Then it's tedious, without direction. More boring than, 2007
Wood, leather, silkscreen on canvas, ink on paper
Variable dimensions
IT
Will Benedict
The Inevitable and the Unnecessary
Inaugurazione: giovedì 18 novembre dalle 19 alle 21
19 novembre 2010 - 22 gennaio, 2011
martedì - sabato; 11-19
La Galleria Gió Marconi è lieta di presentare nei suoi spazi al piano terra "The Inevitable and the Unnecessary", seconda personale dedicata all'artista newyorkese Matthew Brannon. La mostra inaugura giovedì 18 novembre ed è visitabile fino al 22 gennaio 2011.
In primo piano nelle opere dell'artista temi come l'incoerenza, l'accesso, il desiderio represso, l'alcolismo, la carriera.
Nel corso degli anni, il lavoro di Brannon si è espresso in un'ampia varietà di forme: arazzi, stampe in rilievo, silkscreens, affreschi, registrazioni sonore, scritti e film. A questa lista ora l'artista aggiunge le più convenzionali tra le forme d'arte: la pittura ad olio e il disegno. Le pitture, realizzate in tonalità monocromatiche di grigio, bianco e nero, raffigurano forme floreali astratte ispirate a disegni che Brannon ha realizzato dal vivo. Alcune rimandano a scenari di giardini notturni; altre sembrano immortalare foglie bianche che cadono su sfondi grigio pallido. Esposti uno accanto all'altro i dipinti danno luogo ad una serie che letteralmente rovescia la pittura com'è convenzionalmente espressa e recepita.
I lavori fronteggiano metaforicamente il muro e mostrano allo spettatore il retro. Così facendo rendono visibile la materia grezza di cui si serve l'artista, o chi si fregia di tale nomina.
Insieme ad una varietà di acrilici Brannon presenta nuove sculture. In esse si percepisce il tono canzonatorio di Brannon nei confronti di quella che è l'immagine clichè di artista: solo nel suo studio, di notte, che beve vino, fuma, legge stropicciate edizioni tascabili, ascolta dischi jazz e si pulisce le mani sporche di pittura sui jeans. Altre sculture ricostruiscono scaffali da bar su cui sono appoggiate mani scolpite a grandezza naturale e bottiglie di legno dipinte, i cui colori rimandano a quelli dal gusto neutro dei dipinti.
Sia il piacere del bere che le sue conseguenze sono state e sono un soggetto costante nel lavoro di Brannon.
In mostra anche due letterpress, lavori distintivi dell'opera di Brannon, in cui illustrazioni e testi convivono.
Alla domanda "qual'è il ruolo dell'arte?", una volta Brannon ha risposto " l'arte è una frustrazione produttiva e una piacevole irritazione".
Una delle priorità dell'artista è il coinvolgimento del pubblico: il suo lavoro vuole essere irritante o provocatore/canzonatore, non per distrarre ma per diventare un'opportunità di porsi domande sulle nostre motivazioni e i nostri desideri.
Un''opportunità di ricostruire la storia come se ci trovassimo sulla scena del crimine: è sangue questo sparso su tutto il pavimento o è solo vino versato?
Matthew Brannon è nato a St. Maries, Idaho, nel 1971. Vive e lavora a New York.
Nel 2011 Matthew Brannon terrà una mostra personale a cura di Daniel Birnbaum presso Portikus, a Francoforte.
Negli anni Brannon è stato protagonista di mostre personali quali: Mouse Trap, Light Switch, Museum M, Leuven, Belgio; Reservations, Ursula Blickle Stiftung, Kraitchal, Germania; Where Were We, Whitney Museum of American Art at Altria, New York; e Try and Be Grateful, Art Gallery of York University, Toronto.
I suoi lavori sono stati presentati in tutto il mondo in numerose mostre tra cui: At Home/Not at Home: Works from the Collection of Martin and Rebecca Eisenberg, Center for Curatorial Studies, Bard College, Annandale-on-Hudson, NY; Cabinet of Curiosities con Pablo Bronstein, Matthew Brannon, Anthea Hamilton, and Wayne Koestenbaum, Nottingham Contemporary, Nottingham, Inghilterra; Beg, Borrow, Steal, Rubell Family Collection, Miami; 50 Moons of Saturn, T2 Trienniale di Torino, Torino, Italia; the 2008 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York; and Multiplex: Directions in Art, 1970 to Now, Museum of Modern Art, New York.
The Inevitable and the Unnecessary
Inaugurazione: giovedì 18 novembre dalle 19 alle 21
19 novembre 2010 - 22 gennaio, 2011
martedì - sabato; 11-19
La Galleria Gió Marconi è lieta di presentare nei suoi spazi al piano terra "The Inevitable and the Unnecessary", seconda personale dedicata all'artista newyorkese Matthew Brannon. La mostra inaugura giovedì 18 novembre ed è visitabile fino al 22 gennaio 2011.
In primo piano nelle opere dell'artista temi come l'incoerenza, l'accesso, il desiderio represso, l'alcolismo, la carriera.
Nel corso degli anni, il lavoro di Brannon si è espresso in un'ampia varietà di forme: arazzi, stampe in rilievo, silkscreens, affreschi, registrazioni sonore, scritti e film. A questa lista ora l'artista aggiunge le più convenzionali tra le forme d'arte: la pittura ad olio e il disegno. Le pitture, realizzate in tonalità monocromatiche di grigio, bianco e nero, raffigurano forme floreali astratte ispirate a disegni che Brannon ha realizzato dal vivo. Alcune rimandano a scenari di giardini notturni; altre sembrano immortalare foglie bianche che cadono su sfondi grigio pallido. Esposti uno accanto all'altro i dipinti danno luogo ad una serie che letteralmente rovescia la pittura com'è convenzionalmente espressa e recepita.
I lavori fronteggiano metaforicamente il muro e mostrano allo spettatore il retro. Così facendo rendono visibile la materia grezza di cui si serve l'artista, o chi si fregia di tale nomina.
Insieme ad una varietà di acrilici Brannon presenta nuove sculture. In esse si percepisce il tono canzonatorio di Brannon nei confronti di quella che è l'immagine clichè di artista: solo nel suo studio, di notte, che beve vino, fuma, legge stropicciate edizioni tascabili, ascolta dischi jazz e si pulisce le mani sporche di pittura sui jeans. Altre sculture ricostruiscono scaffali da bar su cui sono appoggiate mani scolpite a grandezza naturale e bottiglie di legno dipinte, i cui colori rimandano a quelli dal gusto neutro dei dipinti.
Sia il piacere del bere che le sue conseguenze sono state e sono un soggetto costante nel lavoro di Brannon.
In mostra anche due letterpress, lavori distintivi dell'opera di Brannon, in cui illustrazioni e testi convivono.
Alla domanda "qual'è il ruolo dell'arte?", una volta Brannon ha risposto " l'arte è una frustrazione produttiva e una piacevole irritazione".
Una delle priorità dell'artista è il coinvolgimento del pubblico: il suo lavoro vuole essere irritante o provocatore/canzonatore, non per distrarre ma per diventare un'opportunità di porsi domande sulle nostre motivazioni e i nostri desideri.
Un''opportunità di ricostruire la storia come se ci trovassimo sulla scena del crimine: è sangue questo sparso su tutto il pavimento o è solo vino versato?
Matthew Brannon è nato a St. Maries, Idaho, nel 1971. Vive e lavora a New York.
Nel 2011 Matthew Brannon terrà una mostra personale a cura di Daniel Birnbaum presso Portikus, a Francoforte.
Negli anni Brannon è stato protagonista di mostre personali quali: Mouse Trap, Light Switch, Museum M, Leuven, Belgio; Reservations, Ursula Blickle Stiftung, Kraitchal, Germania; Where Were We, Whitney Museum of American Art at Altria, New York; e Try and Be Grateful, Art Gallery of York University, Toronto.
I suoi lavori sono stati presentati in tutto il mondo in numerose mostre tra cui: At Home/Not at Home: Works from the Collection of Martin and Rebecca Eisenberg, Center for Curatorial Studies, Bard College, Annandale-on-Hudson, NY; Cabinet of Curiosities con Pablo Bronstein, Matthew Brannon, Anthea Hamilton, and Wayne Koestenbaum, Nottingham Contemporary, Nottingham, Inghilterra; Beg, Borrow, Steal, Rubell Family Collection, Miami; 50 Moons of Saturn, T2 Trienniale di Torino, Torino, Italia; the 2008 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York; and Multiplex: Directions in Art, 1970 to Now, Museum of Modern Art, New York.
EN
Will Benedict
The Inevitable and the Unnecessary
Opening: Thursday, November 182010; 7pm - 9pm
November 19, 2010 - January 22, 2011
From Tuesday to Saturday; 11am - 7 pm
Gio Marconi gallery is pleased to present “The Inevitable and the Unnecessary", their second exhibition by New York artist Matthew Brannon. The show opens Thursday the 18th and runs through January 22nd. The show addresses themes of disconnectedness, access, repressed desire, alcoholism, and career choice.
Historically Brannon’s artwork has taken a wide variety of forms: tapestries, letterpress prints, silkscreens, wall paintings, sound recordings, writing and film. To this list he now adds the most conventional of art forms: oil painting and drawing. The paintings, done in monochromatic shades of gray, white, and black, depict abstract floral forms based off drawings Brannon made from life. Some suggest dark gardens at night; others cascading white leaves against pale grey backgrounds. Shown alongside the paintings are a series of works which literally reverse the paintings. These works metaphorically face the wall and present their back to the viewer. They address the external supports for painting and comment on the tools available for those taking on the job title of artist. A variety of acrylic collage paintings are presented along with new sculptures of stretcher bars. In them one feels Brannon’s consistent teasing of the clichéd but persistent image of an artist we imagine: Alone in their studio at night. Drinking wine, smoking, reading dog-eared paperbacks, playing jazz records, wiping his paint-smeared hands on his jeans.
Included are three new sculptures of bar shelves with life size hand carved and painted wood bottles. Their color echoes the neutral palate of the paintings. Both the pleasure and consequences of drinking has been a long standing subject of Brannon's work. Also featured is a pair of Brannon's signature letterpress prints which pair his illustrations against his writing.
Once when asked what art was for, Brannon responded “a productive frustration and a pleasant irritation.” Ultimately he places the audiences engagement first and offers his artwork as an irritant or tease of sorts. Not a distraction but an opportunity to question motivations and desires. An opportunity to piece together the story much like finding oneself at the scene of the crime. Is this blood all over the floor or is it only spilled wine?
Matthew Brannon was born in in St. Maries, Idaho in 1971. He lives and works in New York.
In 2011 Matthew Brannon will be the subject of a one-person exhibition, curated by Daniel Birnbaum, at Portikus in Frankfurt, Germany.
Over the past few years he has also been the subject of the solo exhibitions Mouse Trap, Light Switch, Museum M, Leuven, Belgium; Reservations, Ursula Blickle Stiftung, Kraitchal, Germany; Where Were We, Whitney Museum of American Art at Altria, New York; and Try and Be Grateful, Art Gallery of York University, Toronto. His work has been included in many group exhibitions throughout the world, including At Home/Not at Home: Works from the Collection of Martin and Rebecca Eisenberg, Center for Curatorial Studies, Bard College, Annandale-on-Hudson, NY; Cabinet of Curiosities with Pablo Bronstein, Matthew Brannon, Anthea Hamilton, and Wayne Koestenbaum, Nottingham Contemporary, Nottingham, England; Beg, Borrow, Steal, Rubell Family Collection, Miami; 50 Moons of Saturn, T2 Torino Triennial, Turin, Italy; the 2008 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York; and Multiplex: Directions in Art, 1970 to Now, Museum of Modern Art, New York.
The Inevitable and the Unnecessary
Opening: Thursday, November 182010; 7pm - 9pm
November 19, 2010 - January 22, 2011
From Tuesday to Saturday; 11am - 7 pm
Gio Marconi gallery is pleased to present “The Inevitable and the Unnecessary", their second exhibition by New York artist Matthew Brannon. The show opens Thursday the 18th and runs through January 22nd. The show addresses themes of disconnectedness, access, repressed desire, alcoholism, and career choice.
Historically Brannon’s artwork has taken a wide variety of forms: tapestries, letterpress prints, silkscreens, wall paintings, sound recordings, writing and film. To this list he now adds the most conventional of art forms: oil painting and drawing. The paintings, done in monochromatic shades of gray, white, and black, depict abstract floral forms based off drawings Brannon made from life. Some suggest dark gardens at night; others cascading white leaves against pale grey backgrounds. Shown alongside the paintings are a series of works which literally reverse the paintings. These works metaphorically face the wall and present their back to the viewer. They address the external supports for painting and comment on the tools available for those taking on the job title of artist. A variety of acrylic collage paintings are presented along with new sculptures of stretcher bars. In them one feels Brannon’s consistent teasing of the clichéd but persistent image of an artist we imagine: Alone in their studio at night. Drinking wine, smoking, reading dog-eared paperbacks, playing jazz records, wiping his paint-smeared hands on his jeans.
Included are three new sculptures of bar shelves with life size hand carved and painted wood bottles. Their color echoes the neutral palate of the paintings. Both the pleasure and consequences of drinking has been a long standing subject of Brannon's work. Also featured is a pair of Brannon's signature letterpress prints which pair his illustrations against his writing.
Once when asked what art was for, Brannon responded “a productive frustration and a pleasant irritation.” Ultimately he places the audiences engagement first and offers his artwork as an irritant or tease of sorts. Not a distraction but an opportunity to question motivations and desires. An opportunity to piece together the story much like finding oneself at the scene of the crime. Is this blood all over the floor or is it only spilled wine?
Matthew Brannon was born in in St. Maries, Idaho in 1971. He lives and works in New York.
In 2011 Matthew Brannon will be the subject of a one-person exhibition, curated by Daniel Birnbaum, at Portikus in Frankfurt, Germany.
Over the past few years he has also been the subject of the solo exhibitions Mouse Trap, Light Switch, Museum M, Leuven, Belgium; Reservations, Ursula Blickle Stiftung, Kraitchal, Germany; Where Were We, Whitney Museum of American Art at Altria, New York; and Try and Be Grateful, Art Gallery of York University, Toronto. His work has been included in many group exhibitions throughout the world, including At Home/Not at Home: Works from the Collection of Martin and Rebecca Eisenberg, Center for Curatorial Studies, Bard College, Annandale-on-Hudson, NY; Cabinet of Curiosities with Pablo Bronstein, Matthew Brannon, Anthea Hamilton, and Wayne Koestenbaum, Nottingham Contemporary, Nottingham, England; Beg, Borrow, Steal, Rubell Family Collection, Miami; 50 Moons of Saturn, T2 Torino Triennial, Turin, Italy; the 2008 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York; and Multiplex: Directions in Art, 1970 to Now, Museum of Modern Art, New York.