IT
Inaugurazione: 12 maggio 2005 ore 19.00
Giò Marconi, via Tadino, 15 – 20124 Milano
Dal 13 maggio al 4 giugno 2005
Da martedì a sabato, 10.30-12.30; 15.30-19.00
Christian Stein, c.so Monforte, 23 – 20122 Milano
Dal 13 maggio a fine giugno 2005
Le gallerie Christian Stein e Giò Marconi sono liete di presentare al pubblico la nuova personale dell’artista americano Christopher Wool che si inaugurerà giovedì 12 maggio 2005 (rispettivamente alle ore 18 e 19).
Da Giò Marconi saranno esposte nove nuove pitture a smalto su tela di grande formato - da 200x150 cm a 280x180 cm – ed una serie completa di 160 stampe in bianco e nero a getto d’inchiostro - 22x28 cm cadauna; da Christian Stein saranno esposte sette nuove serigrafie su tela di grande formato – 280x180 cm.
A prima vista l’elemento caratterizzante e straordinario delle ultime opere di Wool sono le molteplici pennellate fluide date da una parte all’altra della grande tela e che vanno ad oscurarne quasi l’intera superficie: un gesto insolito per questo artista che non si è fatto conoscere per l’utilizzo di una pittura fluida, gestuale ed astratta. Da una serie di scatti fotografici dei suoi quadri d’origine l’artista ne serigrafa l’immagine su tele di grande formato intervenendo in ultimo, talvolta, con pennellate di smalto grigio scuro. Il tutto viene poi parzialmente nascosto con della pittura a rullo e cancellato con del solvente.
Le macchie di colore e le diverse forme di ogni suo quadro divengono così riproducibili all’infinito: per perpetuarne il ricordo Wool li fotografa e poi produce delle serigrafie. Gli elementi di ciascun quadro ritornano così ingranditi, a volte capovolti, in colori e configurazioni diversi in lavori successivi.
Le tecniche pittoriche si sovrappongono tra loro, le sue opere sono in continua dissoluzione e rimaterializzazione; indicano un’analisi costante di forme, linee e colori, struttura, disposizione, rappresentazione. Il significato lo si trova proprio nelle interruzioni e cancellature con cui i suoi dipinti si definiscono.
Le stampe in bianco e nero East Broadway Breakdown scattate di notte con una macchina fotografica 35 mm per le strade del centro di New York City, in prossimità della zona dove vive e lavora, ritraggono le facciate scrostate di vecchi negozi e le decadenti scale dei palazzi che conducono verso spazi anonimi. L’elevato contrasto delle immagini è difficile da interpretare in quanto anziché coerenti, sono piuttosto devianti. Come nei suoi dipinti, infatti, le fotografie di Wool sono sospese tra l’astratto e il rappresentato, ed incitano lo spettatore a mettere a confronto il proprio desiderio di un’armonia visiva con la sua proposta di una arte pittorica alternativa.
Nato a Chicago nel 1955 Christopher Wool, come altri artisti della sua generazione dei primi anni Ottanta, é alla ricerca di una nuova visione della pittura. Ispirandosi ai graffiti delle strade di New York City e utilizzando per le sue opere pittura a spray, pittura a rullo, pittura colata, serigrafia, anziché aderire alle convenzionali tecniche artistiche ha compiuto ogni sforzo per riuscire a dar vita ad una pittura semplice, dove i processi pittorici, non l’immagine finita, rappresentano il punto focale della sua ricerca.
Wool si è fatto conoscere anche per l’uso di stencil e timbri di gomma per i dipinti ornamentali con piante e fiori stampati che assomigliano più a dei wallpapers: è questo l’effetto che infatti ottiene sovrapponendo strati di serigrafie, pittura e spray.
I text paintings, la serie di composizioni testuali degli anni Novanta con sequenze di parole nere stampigliate su fondo bianco, riducono al minimo le competenze della pittura puntando piuttosto su un lettering subito riconoscibile che è in effetti la firma-logo dell'artista; il testo, dal quale gli articoli indefiniti e gli spazi tra le parole sono stati rimossi, va interpretato dallo spettatore.
Come alcuni suoi colleghi inclusi Robert Gober, Philip Taaffe, Martin Kippenberger, Mike Kelley, per la maggior parte delle sue citazioni attinge dal mondo del cinema, della musica, della televisione con riferimenti metaforici al linguaggio quotidiano, poetico, parlato e fonetico, per infondere alle opere una certa significativa sensibilità pop.
Tra le sue mostre principali: Christopher Wool, Camden Arts Center, Londra (2004); Museu Nacional Centro de Arte, Reina Sofia, Madrid (2004); DESTE Foundation for Contemporary Art, Athens (2004); P.S.1 Contemporary Art Center, New York (2004); ZKM Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe (2004); Crosstown Crosstown, Le Consortium, Dijon poi al Dundee Contemporary Arts Center, Dundee, UK (2003); Biennale di Venezia (2003); Museum of Contemporary Art, LA e poi al Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (1998); Documenta IX, Kassel (1992).
Vive e lavora a New York City.
Giò Marconi, via Tadino, 15 – 20124 Milano
Dal 13 maggio al 4 giugno 2005
Da martedì a sabato, 10.30-12.30; 15.30-19.00
Christian Stein, c.so Monforte, 23 – 20122 Milano
Dal 13 maggio a fine giugno 2005
Le gallerie Christian Stein e Giò Marconi sono liete di presentare al pubblico la nuova personale dell’artista americano Christopher Wool che si inaugurerà giovedì 12 maggio 2005 (rispettivamente alle ore 18 e 19).
Da Giò Marconi saranno esposte nove nuove pitture a smalto su tela di grande formato - da 200x150 cm a 280x180 cm – ed una serie completa di 160 stampe in bianco e nero a getto d’inchiostro - 22x28 cm cadauna; da Christian Stein saranno esposte sette nuove serigrafie su tela di grande formato – 280x180 cm.
A prima vista l’elemento caratterizzante e straordinario delle ultime opere di Wool sono le molteplici pennellate fluide date da una parte all’altra della grande tela e che vanno ad oscurarne quasi l’intera superficie: un gesto insolito per questo artista che non si è fatto conoscere per l’utilizzo di una pittura fluida, gestuale ed astratta. Da una serie di scatti fotografici dei suoi quadri d’origine l’artista ne serigrafa l’immagine su tele di grande formato intervenendo in ultimo, talvolta, con pennellate di smalto grigio scuro. Il tutto viene poi parzialmente nascosto con della pittura a rullo e cancellato con del solvente.
Le macchie di colore e le diverse forme di ogni suo quadro divengono così riproducibili all’infinito: per perpetuarne il ricordo Wool li fotografa e poi produce delle serigrafie. Gli elementi di ciascun quadro ritornano così ingranditi, a volte capovolti, in colori e configurazioni diversi in lavori successivi.
Le tecniche pittoriche si sovrappongono tra loro, le sue opere sono in continua dissoluzione e rimaterializzazione; indicano un’analisi costante di forme, linee e colori, struttura, disposizione, rappresentazione. Il significato lo si trova proprio nelle interruzioni e cancellature con cui i suoi dipinti si definiscono.
Le stampe in bianco e nero East Broadway Breakdown scattate di notte con una macchina fotografica 35 mm per le strade del centro di New York City, in prossimità della zona dove vive e lavora, ritraggono le facciate scrostate di vecchi negozi e le decadenti scale dei palazzi che conducono verso spazi anonimi. L’elevato contrasto delle immagini è difficile da interpretare in quanto anziché coerenti, sono piuttosto devianti. Come nei suoi dipinti, infatti, le fotografie di Wool sono sospese tra l’astratto e il rappresentato, ed incitano lo spettatore a mettere a confronto il proprio desiderio di un’armonia visiva con la sua proposta di una arte pittorica alternativa.
Nato a Chicago nel 1955 Christopher Wool, come altri artisti della sua generazione dei primi anni Ottanta, é alla ricerca di una nuova visione della pittura. Ispirandosi ai graffiti delle strade di New York City e utilizzando per le sue opere pittura a spray, pittura a rullo, pittura colata, serigrafia, anziché aderire alle convenzionali tecniche artistiche ha compiuto ogni sforzo per riuscire a dar vita ad una pittura semplice, dove i processi pittorici, non l’immagine finita, rappresentano il punto focale della sua ricerca.
Wool si è fatto conoscere anche per l’uso di stencil e timbri di gomma per i dipinti ornamentali con piante e fiori stampati che assomigliano più a dei wallpapers: è questo l’effetto che infatti ottiene sovrapponendo strati di serigrafie, pittura e spray.
I text paintings, la serie di composizioni testuali degli anni Novanta con sequenze di parole nere stampigliate su fondo bianco, riducono al minimo le competenze della pittura puntando piuttosto su un lettering subito riconoscibile che è in effetti la firma-logo dell'artista; il testo, dal quale gli articoli indefiniti e gli spazi tra le parole sono stati rimossi, va interpretato dallo spettatore.
Come alcuni suoi colleghi inclusi Robert Gober, Philip Taaffe, Martin Kippenberger, Mike Kelley, per la maggior parte delle sue citazioni attinge dal mondo del cinema, della musica, della televisione con riferimenti metaforici al linguaggio quotidiano, poetico, parlato e fonetico, per infondere alle opere una certa significativa sensibilità pop.
Tra le sue mostre principali: Christopher Wool, Camden Arts Center, Londra (2004); Museu Nacional Centro de Arte, Reina Sofia, Madrid (2004); DESTE Foundation for Contemporary Art, Athens (2004); P.S.1 Contemporary Art Center, New York (2004); ZKM Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe (2004); Crosstown Crosstown, Le Consortium, Dijon poi al Dundee Contemporary Arts Center, Dundee, UK (2003); Biennale di Venezia (2003); Museum of Contemporary Art, LA e poi al Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (1998); Documenta IX, Kassel (1992).
Vive e lavora a New York City.