IT
Valerio Adami
Laboratorio
Inaugurazione: giovedì 27 marzo 2025; 18-21
28 marzo - 10 maggio 2025
martedì - sabato; 11-18
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milano
Fondazione Marconi e Gió Marconi sono lieti di annunciare la mostra Valerio Adami. Laboratorio, un importante omaggio dedicato all'artista, in collaborazione con l'Archivio Valerio Adami, a sessant'anni dalla sua prima apparizione presso lo Studio Marconi di Milano e a novant’anni dalla sua nascita.
Valerio Adami, tra i più significativi artisti italiani del dopoguerra e figura centrale della Figurazione Narrativa, è noto per i suoi dipinti dai colori vibranti e per la capacità di raccontare la società moderna attraverso un linguaggio visivo inconfondibile.
Combinando forme piatte, colori saturi e contorni netti, negli anni Sessanta inserisce elementi della vita quotidiana nella struttura narrativa, creando nuovi e inaspettati rapporti tra di essi e offrendo una visione critica e innovativa della realtà.
La mostra si propone di indagare un periodo cruciale della produzione di Valerio Adami, dal 1962 fino ai primi anni Settanta, attraverso un itinerario tematico strettamente intrecciato ai viaggi e ai luoghi visitati dall'artista in quegli anni. Seguendo un ordine cronologico, l'esposizione intende evidenziare l'influenza delle atmosfere di quei luoghi sulla sua opera e sul processo creativo.
Il primo capitolo è dedicato a Londra, città che Adami visita per la prima volta nel 1962. Durante il soggiorno, entra in contatto con artisti come Graham Sutherland, Jim Dine e Richard Hamilton, figure che esercitano un'influenza profonda sul suo lavoro. Pur non essendo un appassionato di fumetti, Adami dimostra un interesse evidente per l'introduzione del "sonoro" all'interno delle sue opere, attraverso l'uso di parole onomatopeiche ispirate al linguaggio visivo dei fumetti e della musica contemporanea di Bruno Maderna e Luciano Berio.
Nello stesso periodo Adami, con la moglie e artista Camilla Cantoni, si trasferisce ad Arona, sul Lago Maggiore, nella grande Villa Cantoni. La casa-falansterio sul Lago Maggiore diventa presto un luogo di ritrovo per intellettuali e artisti, tra cui Jacques Derrida, Édouard Glissant, Errò, Keizo Morishita, Titina Maselli, Eduardo Arroyo e Carlos Fuentes. All'interno della villa Cantoni, Valerio Adami allestisce anche il suo atelier, dove si dedica alla pittura e realizza il film Vacanze nel deserto (1971), che verrà proiettato in occasione della mostra. Girato in stile Nouvelle Vague, il film nasce dalla collaborazione tra Valerio Adami e il fratello Giancarlo Romani Adami, regista sperimentale e assistente di Federico Fellini sul set de La Dolce Vita e vede la partecipazione, tra gli altri, di Dino Buzzati, Aldo Mondino ed Errò. Altro tema particolarmente caro a Valerio Adami è quello delle automobili, strettamente legato alla sua passione per la velocità, tanto che nel 1963 l’artista si iscrive a una scuola di pilotaggio ad alta velocità, dove ha come maestro Pietro Taruffi. In omaggio a questa sua inclinazione, una sala al piano terra della mostra è interamente dedicata al tema delle auto, con particolare attenzione alla rappresentazione del "car crash". La sezione espone una serie di opere realizzate tra il 1963 e il 1964, tra cui una tela di grandi dimensioni mai esposta prima d'ora.
Il viaggio prosegue con una tappa a Parigi, che diventa la sua città d’elezione. Qui l'artista approfondisce il tema degli interni urbani, intimamente connesso all’esplorazione della psiche umana. Questa ricerca trova espressione in opere iconiche come Privacy. Gli Omosessuali e Scena borghese. Una cameriera di buon cuore, dove emergono con forza la deflagrazione dei corpi e la scomposizione dell'immagine, elementi distintivi dello stile di Adami in questo periodo. Parigi rappresenta anche l’occasione per incontrare Carlos Franqui, poeta e giornalista di rilievo nella Rivoluzione Cubana accanto a Fidel Castro. Questo legame porta Adami a visitare Cuba nel 1967, durante un periodo storico cruciale per l'isola, segnato da un vivace fermento culturale nel contesto post-rivoluzionario.
Dopo gli "interni" di Parigi, caratterizzati da delicati colori pastello, il percorso espositivo si conclude con gli "esterni" di New York, dove i toni si fanno più cupi e la palette cromatica si scurisce, riflettendo l'atmosfera della metropoli. Valerio e Camilla Adami si trasferiscono a New York nel 1966, soggiornando al Chelsea Hotel. Qui entrano in contatto con l'ambiente underground della città, frequentando una scena artistica vibrante e incontrando figure di spicco come Saul Steinberg, Ray Johnson e il poeta Allen Ginsberg. In questa fase, l'artista esplora la fotografia come nuovo mezzo espressivo, integrandola con il disegno, pratica che Adami impiega abitualmente per costruire la composizione delle sue tele.
Con la macchina fotografica cattura frammenti seriali della città, creando un autentico archivio visivo da cui attingerà per molte delle sue opere future, insieme alle migliaia di immagini che, nel corso della sua vita, ha ritagliato da giornali e libri. In mostra è presentata una selezione di fotografie scattate nelle strade di New York, che ritraggono vetrine di negozi, camere d'albergo, bagni pubblici e stazioni della metropolitana. Da queste immagini nascono alcune delle sue opere più celebri, come Latrine in Times Square (di cui una versione è visibile in mostra) e Hotel Chelsea Bathroom.
La mostra Valerio Adami. Laboratorio rappresenta un'opportunità per esplorare un decennio cruciale nella carriera dell'artista, svelando le influenze, i luoghi e le relazioni che hanno contribuito a definire il suo stile unico e il ruolo nell'ambito artistico internazionale.
La mostra si sviluppa su tre piani dello spazio espositivo, offrendo al pubblico un’ampia selezione di opere, tra cui tele, disegni, fotografie, materiale di archivio e il film Vacanze nel deserto, permettendo di scoprire l’evoluzione del linguaggio visivo di Adami e il continuo spirito di sperimentazione di questi anni.
Un altro esempio di questa ricerca artistica è strettamente legato alla città di Milano, un altro luogo chiave nel percorso di Valerio Adami. Milano rappresenta un crocevia essenziale nella sua carriera, intrecciando profondamente la sua figura con quella del gallerista Giorgio Marconi, con cui instaura un legame indissolubile. Valerio Adami debutta nella galleria milanese nel 1965 in una mostra collettiva, per poi tenere la sua prima personale nel 1969. Quell'evento memorabile è caratterizzato da un'installazione unica: un incontro di boxe su un ring costruito nel seminterrato dello Studio Marconi, regolarmente annunciato dalla Gazzetta dello Sport. Il posizionamento del ring consente agli spettatori di assistere sia al match che al grande dipinto intitolato Boxing Ring.
NOTE BIOGRAFICHE
Valerio Romani Adami nasce a Bologna nel 1935 e si trasferisce ancora bambino a Milano con la famiglia. L’atelier di Felice Carena, poi l’incontro a Venezia con Oskar Kokoschka e in seguito l’Accademia di Brera con Achille Funi sono stati il suo itinerario di formazione che già fin dalla metà degli anni Cinquanta lo espone alle prime mostre e ai primi premi di pittura.
Dai primi anni Sessanta, insieme alla moglie e pittrice Camilla Cantoni, inizia quella vita di viaggi che lo porterà a vivere e lavorare in diverse città europee, a Parigi, Londra, negli Stati Uniti, in America Latina, in Israele e in India, stringendo nuove amicizie e creando una cerchia di intellettuali che include nomi come Carlos Fuentes, Octavio Paz, Jacques Derrida, Italo Calvino, Antonio Tabucchi e Luciano Berio. Ha tenuto in tutto il mondo numerose mostre personali e collettive in musei e istituzioni pubbliche e gallerie private, spesso accompagnate da cataloghi di rilievo contenenti testi di critici, scrittori e filosofi. Le sue opere sono state esposte al MoMA e al Jewish Museum di New York, al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, al Centre Georges Pompidou, a Tel Aviv, a Buenos Aires e in molti altri luoghi. Ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti pubblici in Italia e in Francia e numerose commissioni per la realizzazione di opere destinate a spazi pubblici.
Laboratorio
Inaugurazione: giovedì 27 marzo 2025; 18-21
28 marzo - 10 maggio 2025
martedì - sabato; 11-18
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milano
Fondazione Marconi e Gió Marconi sono lieti di annunciare la mostra Valerio Adami. Laboratorio, un importante omaggio dedicato all'artista, in collaborazione con l'Archivio Valerio Adami, a sessant'anni dalla sua prima apparizione presso lo Studio Marconi di Milano e a novant’anni dalla sua nascita.
Valerio Adami, tra i più significativi artisti italiani del dopoguerra e figura centrale della Figurazione Narrativa, è noto per i suoi dipinti dai colori vibranti e per la capacità di raccontare la società moderna attraverso un linguaggio visivo inconfondibile.
Combinando forme piatte, colori saturi e contorni netti, negli anni Sessanta inserisce elementi della vita quotidiana nella struttura narrativa, creando nuovi e inaspettati rapporti tra di essi e offrendo una visione critica e innovativa della realtà.
La mostra si propone di indagare un periodo cruciale della produzione di Valerio Adami, dal 1962 fino ai primi anni Settanta, attraverso un itinerario tematico strettamente intrecciato ai viaggi e ai luoghi visitati dall'artista in quegli anni. Seguendo un ordine cronologico, l'esposizione intende evidenziare l'influenza delle atmosfere di quei luoghi sulla sua opera e sul processo creativo.
Il primo capitolo è dedicato a Londra, città che Adami visita per la prima volta nel 1962. Durante il soggiorno, entra in contatto con artisti come Graham Sutherland, Jim Dine e Richard Hamilton, figure che esercitano un'influenza profonda sul suo lavoro. Pur non essendo un appassionato di fumetti, Adami dimostra un interesse evidente per l'introduzione del "sonoro" all'interno delle sue opere, attraverso l'uso di parole onomatopeiche ispirate al linguaggio visivo dei fumetti e della musica contemporanea di Bruno Maderna e Luciano Berio.
Nello stesso periodo Adami, con la moglie e artista Camilla Cantoni, si trasferisce ad Arona, sul Lago Maggiore, nella grande Villa Cantoni. La casa-falansterio sul Lago Maggiore diventa presto un luogo di ritrovo per intellettuali e artisti, tra cui Jacques Derrida, Édouard Glissant, Errò, Keizo Morishita, Titina Maselli, Eduardo Arroyo e Carlos Fuentes. All'interno della villa Cantoni, Valerio Adami allestisce anche il suo atelier, dove si dedica alla pittura e realizza il film Vacanze nel deserto (1971), che verrà proiettato in occasione della mostra. Girato in stile Nouvelle Vague, il film nasce dalla collaborazione tra Valerio Adami e il fratello Giancarlo Romani Adami, regista sperimentale e assistente di Federico Fellini sul set de La Dolce Vita e vede la partecipazione, tra gli altri, di Dino Buzzati, Aldo Mondino ed Errò. Altro tema particolarmente caro a Valerio Adami è quello delle automobili, strettamente legato alla sua passione per la velocità, tanto che nel 1963 l’artista si iscrive a una scuola di pilotaggio ad alta velocità, dove ha come maestro Pietro Taruffi. In omaggio a questa sua inclinazione, una sala al piano terra della mostra è interamente dedicata al tema delle auto, con particolare attenzione alla rappresentazione del "car crash". La sezione espone una serie di opere realizzate tra il 1963 e il 1964, tra cui una tela di grandi dimensioni mai esposta prima d'ora.
Il viaggio prosegue con una tappa a Parigi, che diventa la sua città d’elezione. Qui l'artista approfondisce il tema degli interni urbani, intimamente connesso all’esplorazione della psiche umana. Questa ricerca trova espressione in opere iconiche come Privacy. Gli Omosessuali e Scena borghese. Una cameriera di buon cuore, dove emergono con forza la deflagrazione dei corpi e la scomposizione dell'immagine, elementi distintivi dello stile di Adami in questo periodo. Parigi rappresenta anche l’occasione per incontrare Carlos Franqui, poeta e giornalista di rilievo nella Rivoluzione Cubana accanto a Fidel Castro. Questo legame porta Adami a visitare Cuba nel 1967, durante un periodo storico cruciale per l'isola, segnato da un vivace fermento culturale nel contesto post-rivoluzionario.
Dopo gli "interni" di Parigi, caratterizzati da delicati colori pastello, il percorso espositivo si conclude con gli "esterni" di New York, dove i toni si fanno più cupi e la palette cromatica si scurisce, riflettendo l'atmosfera della metropoli. Valerio e Camilla Adami si trasferiscono a New York nel 1966, soggiornando al Chelsea Hotel. Qui entrano in contatto con l'ambiente underground della città, frequentando una scena artistica vibrante e incontrando figure di spicco come Saul Steinberg, Ray Johnson e il poeta Allen Ginsberg. In questa fase, l'artista esplora la fotografia come nuovo mezzo espressivo, integrandola con il disegno, pratica che Adami impiega abitualmente per costruire la composizione delle sue tele.
Con la macchina fotografica cattura frammenti seriali della città, creando un autentico archivio visivo da cui attingerà per molte delle sue opere future, insieme alle migliaia di immagini che, nel corso della sua vita, ha ritagliato da giornali e libri. In mostra è presentata una selezione di fotografie scattate nelle strade di New York, che ritraggono vetrine di negozi, camere d'albergo, bagni pubblici e stazioni della metropolitana. Da queste immagini nascono alcune delle sue opere più celebri, come Latrine in Times Square (di cui una versione è visibile in mostra) e Hotel Chelsea Bathroom.
La mostra Valerio Adami. Laboratorio rappresenta un'opportunità per esplorare un decennio cruciale nella carriera dell'artista, svelando le influenze, i luoghi e le relazioni che hanno contribuito a definire il suo stile unico e il ruolo nell'ambito artistico internazionale.
La mostra si sviluppa su tre piani dello spazio espositivo, offrendo al pubblico un’ampia selezione di opere, tra cui tele, disegni, fotografie, materiale di archivio e il film Vacanze nel deserto, permettendo di scoprire l’evoluzione del linguaggio visivo di Adami e il continuo spirito di sperimentazione di questi anni.
Un altro esempio di questa ricerca artistica è strettamente legato alla città di Milano, un altro luogo chiave nel percorso di Valerio Adami. Milano rappresenta un crocevia essenziale nella sua carriera, intrecciando profondamente la sua figura con quella del gallerista Giorgio Marconi, con cui instaura un legame indissolubile. Valerio Adami debutta nella galleria milanese nel 1965 in una mostra collettiva, per poi tenere la sua prima personale nel 1969. Quell'evento memorabile è caratterizzato da un'installazione unica: un incontro di boxe su un ring costruito nel seminterrato dello Studio Marconi, regolarmente annunciato dalla Gazzetta dello Sport. Il posizionamento del ring consente agli spettatori di assistere sia al match che al grande dipinto intitolato Boxing Ring.
NOTE BIOGRAFICHE
Valerio Romani Adami nasce a Bologna nel 1935 e si trasferisce ancora bambino a Milano con la famiglia. L’atelier di Felice Carena, poi l’incontro a Venezia con Oskar Kokoschka e in seguito l’Accademia di Brera con Achille Funi sono stati il suo itinerario di formazione che già fin dalla metà degli anni Cinquanta lo espone alle prime mostre e ai primi premi di pittura.
Dai primi anni Sessanta, insieme alla moglie e pittrice Camilla Cantoni, inizia quella vita di viaggi che lo porterà a vivere e lavorare in diverse città europee, a Parigi, Londra, negli Stati Uniti, in America Latina, in Israele e in India, stringendo nuove amicizie e creando una cerchia di intellettuali che include nomi come Carlos Fuentes, Octavio Paz, Jacques Derrida, Italo Calvino, Antonio Tabucchi e Luciano Berio. Ha tenuto in tutto il mondo numerose mostre personali e collettive in musei e istituzioni pubbliche e gallerie private, spesso accompagnate da cataloghi di rilievo contenenti testi di critici, scrittori e filosofi. Le sue opere sono state esposte al MoMA e al Jewish Museum di New York, al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, al Centre Georges Pompidou, a Tel Aviv, a Buenos Aires e in molti altri luoghi. Ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti pubblici in Italia e in Francia e numerose commissioni per la realizzazione di opere destinate a spazi pubblici.