JorgePARDO
Jorge Pardo
Gió Marconi, Milan
24.03.–09.05.2022
Jorge Pardo
Gió Marconi, Milan
24.03.–09.05.2022
1/10
Jorge Pardo
Untitled, 2022
Painted PTG plastic, mixed media, alcohol inks, birch, aluminium and light
ca. 100 x 100 x 48 cm
Untitled, 2022
Painted PTG plastic, mixed media, alcohol inks, birch, aluminium and light
ca. 100 x 100 x 48 cm
IT
Jorge Pardo
Inaugurazione: giovedì 24 marzo 2022; 18-21
25 marzo - 9 maggio 2022
martedì - sabato; 11 - 19
Gió Marconi, Via Tadino 20, Milano
Gió Marconi è lieto di annunciare la terza mostra personale in galleria dell'artista cubano Jorge Pardo, in programma dal 25 marzo al 9 maggio 2022, in cui verranno presentate quattro grandi opere su carta, quattro dipinti incisi e una serie di nuove lampade: una selezione di opere multicolore che evidenzia la posizione dell'artista al limite tra pittura e scultura, architettura e design, artigianato e produzione digitale.
In questa nuova serie di dipinti, Pardo crea piani di colore che emergono e svaniscono producendo forme che si intersecano e si sovrappongono tra loro. Le sue opere sono combinazioni di immagini, prima stratificate digitalmente, poi tagliate a laser su MDF, e successivamente dipinte a mano in acrilico. Sono lavori che esplorano la tecnica della pittura stratificata sperimentata dall'artista nel corso della sua carriera, in cui i riferimenti e il materiale di partenza sono una fusione di fotografie personali, in particolare il lussureggiante giardino della sua casa messicana, opere del passato sue o di altri artisti, come Claude Monet o Willem de Kooning. Tutti questi strati – generalmente dai due ai sette per dipinto – arrivano a coesistere uno accanto all'altro.
Queste opere, sebbene apparentemente astratte, rappresentano una moltitudine di memorie sovrapposte, paragonabili a un personale scavo archeologico dell’artista. Gli oggetti che ne derivano sono ibridi tra pittura e scultura, e raccontano il suo stile colorato, massimalista ed eclettico.
Lo stile delle opere è fortemente connesso al retaggio latinx di Pardo e al fatto che il suo studio si trovi a Mérida, in Messico. Le opere e le tecniche pittoriche in mostra rivelano anche le influenze dalla cultura messicana e maya, con frequenti riferimenti all'estetica culturale e al paesaggio. In questo nuovo corpus di lavori, Pardo rivela inoltre un interesse per il trascendente: "Si tratta di farli scomparire e trasformarli in qualcos'altro (...) e che inizino a dialogare tra loro".
Anche nei disegni l’artista mescola foto di famiglia e una vasta gamma di altre immagini che evocano l'ambiente culturale dei suoi anni di formazione. Come nei suoi dipinti, Pardo trasforma i disegni in semi-astrazioni strutturate dai colori abbaglianti, ridimensionando, sovrapponendo e colorando i materiali originari al computer. Dopo averle tradotte in grafica vettoriale, le immagini vengono stampate su carta cotone Fabriano e colorate manualmente a matita. Sebbene a volte appaiano immagini riconoscibili – come un fiore o un volto – l'effetto complessivo dei disegni ha a che fare con le emozioni e l’atmosfera che i colori e le forme evocano nello spettatore.
Allo stesso modo anche le lampade che completano la mostra sono realizzate a partire da un sistema modulare in più parti. Costruite in legno di betulla, alluminio e fogli di plastica riciclata, successivamente dipinti con vernici ad alcool, ogni lampada è composta da più strati e vari elementi che, assemblati uno ad uno, diventano l’oggetto finale.
Il profilo imponente delle lampade da parete scopre e rivela la struttura stratificata dell'opera, che ricorda la forma di un alveare.
L'idea di Pardo, trasmessa attraverso i dipinti, i disegni e le lampade, è quella di coinvolgere lo spettatore nell'atto del guardare, aumentando la sua consapevolezza: ciò che si vede a una prima occhiata è solo l'inizio di quello che c'è da scoprire, nella moltitudine di elementi e strati di cui le sue opere sono composte.
Nato a L'Avana nel 1963, Jorge Pardo ha studiato all'Università dell'Illinois, a Chicago, e ha conseguito il Diploma in Belle Arti presso l'Art Center College of Design di Pasadena, in California, dove è stato allievo di Stephen Prina e Mike Kelley. Negli ultimi progetti dell’artista è inclusa una commissione site-specific per il Public Art Program dell'Università di Houston, Texas (2021). Inoltre, i lavori di Pardo sono stati esposti al Museum of Art & Design del Miami Dade College, in Florida (2021); Pinacoteca de Estado São Paulo, San Paolo (2019); Musée des Augustins, Tolosa (2014); Irish Museum of Modern Art, Dublino (2010); K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf (2009); Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2008); Museum of Contemporary Art, North Miami (2007). Nel 2017 i dipinti dell'artista sono stati inclusi nella 57a Biennale di Venezia. Pardo attualmente vive e lavora a Mérida, in Messico.
Inaugurazione: giovedì 24 marzo 2022; 18-21
25 marzo - 9 maggio 2022
martedì - sabato; 11 - 19
Gió Marconi, Via Tadino 20, Milano
Gió Marconi è lieto di annunciare la terza mostra personale in galleria dell'artista cubano Jorge Pardo, in programma dal 25 marzo al 9 maggio 2022, in cui verranno presentate quattro grandi opere su carta, quattro dipinti incisi e una serie di nuove lampade: una selezione di opere multicolore che evidenzia la posizione dell'artista al limite tra pittura e scultura, architettura e design, artigianato e produzione digitale.
In questa nuova serie di dipinti, Pardo crea piani di colore che emergono e svaniscono producendo forme che si intersecano e si sovrappongono tra loro. Le sue opere sono combinazioni di immagini, prima stratificate digitalmente, poi tagliate a laser su MDF, e successivamente dipinte a mano in acrilico. Sono lavori che esplorano la tecnica della pittura stratificata sperimentata dall'artista nel corso della sua carriera, in cui i riferimenti e il materiale di partenza sono una fusione di fotografie personali, in particolare il lussureggiante giardino della sua casa messicana, opere del passato sue o di altri artisti, come Claude Monet o Willem de Kooning. Tutti questi strati – generalmente dai due ai sette per dipinto – arrivano a coesistere uno accanto all'altro.
Queste opere, sebbene apparentemente astratte, rappresentano una moltitudine di memorie sovrapposte, paragonabili a un personale scavo archeologico dell’artista. Gli oggetti che ne derivano sono ibridi tra pittura e scultura, e raccontano il suo stile colorato, massimalista ed eclettico.
Lo stile delle opere è fortemente connesso al retaggio latinx di Pardo e al fatto che il suo studio si trovi a Mérida, in Messico. Le opere e le tecniche pittoriche in mostra rivelano anche le influenze dalla cultura messicana e maya, con frequenti riferimenti all'estetica culturale e al paesaggio. In questo nuovo corpus di lavori, Pardo rivela inoltre un interesse per il trascendente: "Si tratta di farli scomparire e trasformarli in qualcos'altro (...) e che inizino a dialogare tra loro".
Anche nei disegni l’artista mescola foto di famiglia e una vasta gamma di altre immagini che evocano l'ambiente culturale dei suoi anni di formazione. Come nei suoi dipinti, Pardo trasforma i disegni in semi-astrazioni strutturate dai colori abbaglianti, ridimensionando, sovrapponendo e colorando i materiali originari al computer. Dopo averle tradotte in grafica vettoriale, le immagini vengono stampate su carta cotone Fabriano e colorate manualmente a matita. Sebbene a volte appaiano immagini riconoscibili – come un fiore o un volto – l'effetto complessivo dei disegni ha a che fare con le emozioni e l’atmosfera che i colori e le forme evocano nello spettatore.
Allo stesso modo anche le lampade che completano la mostra sono realizzate a partire da un sistema modulare in più parti. Costruite in legno di betulla, alluminio e fogli di plastica riciclata, successivamente dipinti con vernici ad alcool, ogni lampada è composta da più strati e vari elementi che, assemblati uno ad uno, diventano l’oggetto finale.
Il profilo imponente delle lampade da parete scopre e rivela la struttura stratificata dell'opera, che ricorda la forma di un alveare.
L'idea di Pardo, trasmessa attraverso i dipinti, i disegni e le lampade, è quella di coinvolgere lo spettatore nell'atto del guardare, aumentando la sua consapevolezza: ciò che si vede a una prima occhiata è solo l'inizio di quello che c'è da scoprire, nella moltitudine di elementi e strati di cui le sue opere sono composte.
Nato a L'Avana nel 1963, Jorge Pardo ha studiato all'Università dell'Illinois, a Chicago, e ha conseguito il Diploma in Belle Arti presso l'Art Center College of Design di Pasadena, in California, dove è stato allievo di Stephen Prina e Mike Kelley. Negli ultimi progetti dell’artista è inclusa una commissione site-specific per il Public Art Program dell'Università di Houston, Texas (2021). Inoltre, i lavori di Pardo sono stati esposti al Museum of Art & Design del Miami Dade College, in Florida (2021); Pinacoteca de Estado São Paulo, San Paolo (2019); Musée des Augustins, Tolosa (2014); Irish Museum of Modern Art, Dublino (2010); K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf (2009); Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2008); Museum of Contemporary Art, North Miami (2007). Nel 2017 i dipinti dell'artista sono stati inclusi nella 57a Biennale di Venezia. Pardo attualmente vive e lavora a Mérida, in Messico.
EN
Jorge Pardo
Opening: Thursday, March 24, 2022; 6pm-9pm
March 25 - May 9, 2022
From Tuesday to Saturday, 11am - 7pm
Gió Marconi, via Tadino 20, Milano
Gió Marconi is pleased to announce Cuban American artist Jorge Pardo’s third solo show with the gallery, on view from March 24th to May 9th. The exhibition will feature four large-scale works on paper, four engraved paintings as well as a variety of new sconces. The selection of multicolored works manifests the artist’s position at the intersection of painting and sculpture, architecture and design, craftsmanship and computerized production.
In Pardo’s new series of paintings bold color planes emerge from and recede into energetic surfaces of intersecting and overlapping shapes. The works consist of an accumulation of images, first layered digitally, then laser-cut engraved on MDF and eventually hand-painted in acrylic. These quintessentially additive works are a continuation of the subject of layered paintings that the artist has been developing for many years now. The references and source material Pardo resorts to are a widespread amalgamation of personal photographs, particularly the lush garden of his Mexican home, past works of his own as well as works by other artists such as Claude Monet or Willem de Kooning. All these different pieces and layers, typically two to seven layers per painting, come to coexist next to each other.
The finished artworks, although seemingly abstract, cannot be called nonrepresentational as they much rather represent a multitude of layered memories comparable to a very personal archeological excavation. The resulting objects are hybrids between painting and sculpture and attest to the artist’s colourful, maximalist and eclectic style. The latter is strongly tied to Pardo’s Latinx heritage and the location of his studio in Mérida, Mexico. His painting techniques and the finished works show vivid Mexican and Mayan influences in matters of their materiality and cultural aesthetics. With this new body of work, Pardo seems most interested in the transcending effect of these paintings: “It’s about making them disappear and turn into something else (…) and for them to start to have a dialogue between each other.”
Also in his drawings, Pardo harks back to an agglomeration of family photos and vast arrays of other images that evoke the cultural milieu of his formative years. As with his paintings, the artist turns his drawings into textured, dazzlingly hued half-abstractions by resizing, superimposing and colorizing his source materials on the computer. He translates these into vector graphics, prints them on cotton Fabriano paper and tints them by hand with colored pencils. Even though recognizable images like a flower or a face sometimes show through, the overall effect of the drawings is about the various emotions and the mood the different colors and forms evoke in the viewer.
The sconces, which complete the gallery’s installation, are similarly based on a multi-piece modular system. Consisting of birch wood, aluminum and recycled plastic sheets, they have been painted with alcohol inks. Each lamp is composed of several layers and various elements which, once pieced together one by one, become the final object. The considerable profile of the wall lamps perfectly lays open the accumulative structure of the work, which recalls the buildup of a beehive.
Pardo’s idea for both the paintings, drawings and lamps is to engage the viewer into the act of looking and to raise the awareness that what you see at first is only the beginning of what there is to discover within the multitude of pieces and layers that his works are comprised of.
Born in Havana, Cuba in 1963, Jorge Pardo studied at the University of Illinois, Chicago, and received his BFA from Art Center College of Design in Pasadena, California, where he was a student of Stephen Prina and Mike Kelley. Recent projects include a site-specific commission for the University of Houston’s Public Art Program (2021). Pardo’s work has been the subject of solo exhibitions at the Museum of Art & Design at Miami Dade College, Florida (2021); Pinacoteca de Estado São Paulo, São Paulo (2019); Musée des Augustins, Toulouse (2014); Irish Museum of Modern Art, Dublin (2010); K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf (2009); Los Angeles County Museum of Art (2008); and Museum of Contemporary Art, North Miami (2007). Paintings by the artist were included in the 57th Venice Biennale (2017). Jorge Pardo currently lives and works in Mérida, Mexico.
Opening: Thursday, March 24, 2022; 6pm-9pm
March 25 - May 9, 2022
From Tuesday to Saturday, 11am - 7pm
Gió Marconi, via Tadino 20, Milano
Gió Marconi is pleased to announce Cuban American artist Jorge Pardo’s third solo show with the gallery, on view from March 24th to May 9th. The exhibition will feature four large-scale works on paper, four engraved paintings as well as a variety of new sconces. The selection of multicolored works manifests the artist’s position at the intersection of painting and sculpture, architecture and design, craftsmanship and computerized production.
In Pardo’s new series of paintings bold color planes emerge from and recede into energetic surfaces of intersecting and overlapping shapes. The works consist of an accumulation of images, first layered digitally, then laser-cut engraved on MDF and eventually hand-painted in acrylic. These quintessentially additive works are a continuation of the subject of layered paintings that the artist has been developing for many years now. The references and source material Pardo resorts to are a widespread amalgamation of personal photographs, particularly the lush garden of his Mexican home, past works of his own as well as works by other artists such as Claude Monet or Willem de Kooning. All these different pieces and layers, typically two to seven layers per painting, come to coexist next to each other.
The finished artworks, although seemingly abstract, cannot be called nonrepresentational as they much rather represent a multitude of layered memories comparable to a very personal archeological excavation. The resulting objects are hybrids between painting and sculpture and attest to the artist’s colourful, maximalist and eclectic style. The latter is strongly tied to Pardo’s Latinx heritage and the location of his studio in Mérida, Mexico. His painting techniques and the finished works show vivid Mexican and Mayan influences in matters of their materiality and cultural aesthetics. With this new body of work, Pardo seems most interested in the transcending effect of these paintings: “It’s about making them disappear and turn into something else (…) and for them to start to have a dialogue between each other.”
Also in his drawings, Pardo harks back to an agglomeration of family photos and vast arrays of other images that evoke the cultural milieu of his formative years. As with his paintings, the artist turns his drawings into textured, dazzlingly hued half-abstractions by resizing, superimposing and colorizing his source materials on the computer. He translates these into vector graphics, prints them on cotton Fabriano paper and tints them by hand with colored pencils. Even though recognizable images like a flower or a face sometimes show through, the overall effect of the drawings is about the various emotions and the mood the different colors and forms evoke in the viewer.
The sconces, which complete the gallery’s installation, are similarly based on a multi-piece modular system. Consisting of birch wood, aluminum and recycled plastic sheets, they have been painted with alcohol inks. Each lamp is composed of several layers and various elements which, once pieced together one by one, become the final object. The considerable profile of the wall lamps perfectly lays open the accumulative structure of the work, which recalls the buildup of a beehive.
Pardo’s idea for both the paintings, drawings and lamps is to engage the viewer into the act of looking and to raise the awareness that what you see at first is only the beginning of what there is to discover within the multitude of pieces and layers that his works are comprised of.
Born in Havana, Cuba in 1963, Jorge Pardo studied at the University of Illinois, Chicago, and received his BFA from Art Center College of Design in Pasadena, California, where he was a student of Stephen Prina and Mike Kelley. Recent projects include a site-specific commission for the University of Houston’s Public Art Program (2021). Pardo’s work has been the subject of solo exhibitions at the Museum of Art & Design at Miami Dade College, Florida (2021); Pinacoteca de Estado São Paulo, São Paulo (2019); Musée des Augustins, Toulouse (2014); Irish Museum of Modern Art, Dublin (2010); K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf (2009); Los Angeles County Museum of Art (2008); and Museum of Contemporary Art, North Miami (2007). Paintings by the artist were included in the 57th Venice Biennale (2017). Jorge Pardo currently lives and works in Mérida, Mexico.