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Jorge Pardo
Inaugurazione: martedì 4 aprile 2006 dalle 19 alle 21
5 aprile - 29 aprile 2006
martedì - sabato; 11-19
Per la seconda mostra personale da Giò Marconi l’artista Jorge Pardo (Cuba, 1963) presenta nel salone del piano terra una serie di tavoli di grandi dimensioni in legno compensato sulle cui superfici, attraverso un gioco di computer design, si alternano colori vivaci, forme astratte, riflessi e rotazioni, che a seconda di come e di dove vengono messi, attraverso simmetrie e trasformazioni geometriche, si riflettono come in un caleidoscopio dando vita a disegni, tassellazioni e a combinazioni ogni volta diversi ed infondendo a tali creazioni una innegabile sobria eleganza e stile lineare.
Nelle sale adiacenti più di un centinaio di t-shirts di cotone saranno esposte a muro e piacevolmente abbandonate sul pavimento. Sulle magliette saranno stampate immagini delle più grandi installazioni realizzate da Pardo: le lampade del Ristorante del Parlamento, Paul-Lobe Haus di Berlino del 2002; il bookshop realizzato nel 2000 per la DIA Foundation di New York; la barca a vela della Sala da Ballo al Royal Festival Hall di Londra del 1999; il progetto del 1998 di una unità abitativa ‘4166 Sea View Lane’ (intitolato come l’indirizzo civico) realizzato su commissione del MOCA di Los Angeles e destinato a diventare a fine mostra la sua residenza privata; il ‘Pier’ (molo) realizzato a Munster nel 1997; la sala lettura al Boijmans Museum di Rotterdam nel 1997; il bar di Lipsia nel 1996.
"..arte è bellezza e promessa di felicità…’’: sia che le sue opere consistano in lampade, letti, sedie, tavoli, ambienti o barche a vela, Pardo propone un’idea di arte come luogo capace di appartenere alla vita, dove emozioni ed idee sono in continuo fermento. Quando Jorge Pardo realizza Pier a Munster nel 1997, costruisce un oggetto apparentemente funzionale, una pensilina di legno, ma la sua funzione in questo caso resta sconosciuta. Per quanto metta in scena strutture quotidiane, utensili, mobili, lampade, egli non assegna a questi oggetti delle funzioni precise. È molto probabile che questi oggetti non servano a niente. Cosa farsene di una cabina aperta alla fine di una pensilina? Per fumarsi una sigaretta, come ci invita a fare il distributore automatico su una delle sue pareti? Il visitatore dovrà inventarsi delle funzioni o scovarle tra il suo repertorio di comportamenti. L’artista prende dalla realtà sociale un insieme di strutture utilitarie che programma nuovamente.
L’interesse per l’oggetto artistico è legato a quella potenziale importanza che l’oggetto stesso riesce ad esercitare sul suo pubblico che viene coinvolto in sempre nuove e diverse relazioni. Crea delle opere destinate ad essere fruite anche al di fuori dei luoghi deputati dell’arte, dotandole di aspetti funzionali oltre che estetici.
Tra le mostre più importanti: Fundaciò La Caixa, Barcellona (2004); Biennale di San Paolo del Brasile (2004); ICA, Londra (2004); Prototype, DIA Art Foundation, New York (2003); The Moderns, Castello di Rivoli (2003); PKM, Seoul (2002); Biennale di Liverpool (2002); Beautiful Production, The Whitechapel Art Gallery, Londra (2001); In between: Art and Architecture, MAK Center for Art and Architecture, L.A. (2001); What if, Moderna Museet, Stoccolma (2000); Royal Festival Hall, Londra (1999); MOCA, Los Angeles (1998); Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (1997); MOCA, Chicago (1997).
Prossima mostra: André BUTZER ‘N-Leben’, inaugurazione 9 maggio 2006.
Inaugurazione: martedì 4 aprile 2006 dalle 19 alle 21
5 aprile - 29 aprile 2006
martedì - sabato; 11-19
Per la seconda mostra personale da Giò Marconi l’artista Jorge Pardo (Cuba, 1963) presenta nel salone del piano terra una serie di tavoli di grandi dimensioni in legno compensato sulle cui superfici, attraverso un gioco di computer design, si alternano colori vivaci, forme astratte, riflessi e rotazioni, che a seconda di come e di dove vengono messi, attraverso simmetrie e trasformazioni geometriche, si riflettono come in un caleidoscopio dando vita a disegni, tassellazioni e a combinazioni ogni volta diversi ed infondendo a tali creazioni una innegabile sobria eleganza e stile lineare.
Nelle sale adiacenti più di un centinaio di t-shirts di cotone saranno esposte a muro e piacevolmente abbandonate sul pavimento. Sulle magliette saranno stampate immagini delle più grandi installazioni realizzate da Pardo: le lampade del Ristorante del Parlamento, Paul-Lobe Haus di Berlino del 2002; il bookshop realizzato nel 2000 per la DIA Foundation di New York; la barca a vela della Sala da Ballo al Royal Festival Hall di Londra del 1999; il progetto del 1998 di una unità abitativa ‘4166 Sea View Lane’ (intitolato come l’indirizzo civico) realizzato su commissione del MOCA di Los Angeles e destinato a diventare a fine mostra la sua residenza privata; il ‘Pier’ (molo) realizzato a Munster nel 1997; la sala lettura al Boijmans Museum di Rotterdam nel 1997; il bar di Lipsia nel 1996.
"..arte è bellezza e promessa di felicità…’’: sia che le sue opere consistano in lampade, letti, sedie, tavoli, ambienti o barche a vela, Pardo propone un’idea di arte come luogo capace di appartenere alla vita, dove emozioni ed idee sono in continuo fermento. Quando Jorge Pardo realizza Pier a Munster nel 1997, costruisce un oggetto apparentemente funzionale, una pensilina di legno, ma la sua funzione in questo caso resta sconosciuta. Per quanto metta in scena strutture quotidiane, utensili, mobili, lampade, egli non assegna a questi oggetti delle funzioni precise. È molto probabile che questi oggetti non servano a niente. Cosa farsene di una cabina aperta alla fine di una pensilina? Per fumarsi una sigaretta, come ci invita a fare il distributore automatico su una delle sue pareti? Il visitatore dovrà inventarsi delle funzioni o scovarle tra il suo repertorio di comportamenti. L’artista prende dalla realtà sociale un insieme di strutture utilitarie che programma nuovamente.
L’interesse per l’oggetto artistico è legato a quella potenziale importanza che l’oggetto stesso riesce ad esercitare sul suo pubblico che viene coinvolto in sempre nuove e diverse relazioni. Crea delle opere destinate ad essere fruite anche al di fuori dei luoghi deputati dell’arte, dotandole di aspetti funzionali oltre che estetici.
Tra le mostre più importanti: Fundaciò La Caixa, Barcellona (2004); Biennale di San Paolo del Brasile (2004); ICA, Londra (2004); Prototype, DIA Art Foundation, New York (2003); The Moderns, Castello di Rivoli (2003); PKM, Seoul (2002); Biennale di Liverpool (2002); Beautiful Production, The Whitechapel Art Gallery, Londra (2001); In between: Art and Architecture, MAK Center for Art and Architecture, L.A. (2001); What if, Moderna Museet, Stoccolma (2000); Royal Festival Hall, Londra (1999); MOCA, Los Angeles (1998); Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (1997); MOCA, Chicago (1997).
Prossima mostra: André BUTZER ‘N-Leben’, inaugurazione 9 maggio 2006.