FranzACKERMANN
From Eden to Lima
Gió Marconi, Milan
05.06.–27.07.2007
From Eden to Lima
Gió Marconi, Milan
05.06.–27.07.2007
IT
Franz Ackermann
From Eden to Lima
Inaugurazione: lunedì 4 giugno 2007 ore 19.00
5 giugno - 27 luglio 2007
martedì - sabato; 11-19
La Galleria Gió Marconi è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra personale di Franz Ackermann. L’artista presenta una serie di nuovi lavori, appositamente creati per gli spazi della galleria: reagisce con interventi diversi in ogni sala, passando dai wall paintings agli olii su tela, dagli olii ai wall papers, dai wall papers ai wall drawings e dai wall drawings alle sculture.
Alla sua terza mostra presso la Gió Marconi, Franz Ackermann (Neumarkt-Sankt Veit, 1963) utilizza gli spazi della galleria come un’estensione del proprio studio, un luogo dove l’installazione prende vita e aspetto finale. L’installazione delle mental maps, nel salone del piano terra, è il frutto di un suo recente viaggio in Sud America, da Salamanca, via Lisbona, a Rio de Janeiro e da qui sempre più nelle profondità del continente, in Paraguay e Bolivia, nelle Ande, sul Machu Picchu in Perù, per poi tornare sulla costa atlantica fino a Buenos Aires in Argentina. I grandi dipinti murali rappresentano un collegamento metaforico tra la serie continua di mental maps – acquarelli realizzati, a partire dai primi anni ’90, nelle camere d’albergo durante i lunghi viaggi di Ackermann in Asia – e le sue opere su tela e le sculture, realizzate a memoria nel suo studio.
Ackermann dunque basa il proprio lavoro sul viaggio o, meglio, sulle mental maps che si crea durante le frequenti esplorazioni. L’artista assimila prontamente il sottile fascino emanato dalle destinazioni più popolari e poi le “rigurgita” sotto forma di immagini comprensibili universalmente: forme dai colori squillanti, grafica di forte impatto ed iconografia pop. In questo senso il lavoro di Ackermann ha dunque a che fare con la doppia faccia del turismo – il fascino, la velocità ed il consumismo del turismo internazionale ma anche i resti, gli sfregi architettonici e la spazzatura che rimane dietro. Le opere astratte, piene di colore e di riferimenti architettonici, assumono singole funzioni all’interno di un sistema più ampio – una sorta di “topografia mentale” che esplora un immaginario costituito da esperienze di viaggio, urbanizzazione e globalizzazione e che permette di collegare le specificità dei più disparati elementi autoctoni. Le installazioni sono vere e proprie mappe di luoghi reali ed immaginari, edifici e schemi urbanistici ma più esse riguardano un sogno di evasione più rappresentano un gesto politico in un mondo in eterna evoluzione.
Studiato sempre appositamente per lo spazio espositivo, il lavoro di Ackermann rappresenta anche un’osservazione sulla struttura architettonica che lo racchiude ed invita lo spettatore a farsi coinvolgere dall’ambiente ricreato. I suoi dipinti fondono, tuttavia, diverse prospettive nella stessa immagine, da lontano o molto vicino, dal basso e dall’alto simultaneamente, in modo da creare un unico ambiente senza pareti, richiamando il delirio visivo e l’alienazione che l’individuo vive nelle metropoli a lui nuove.
Tra le mostre principali di Ackermann: “Home, home again”, DA2 Domus Artium 2002, Salamanca (2007); “Home, home again”, White Cube, Londra (2006); “Home, home again”, Kestnergesellschaft, Hannover (2006); Kunstparterre, Monaco di Baviera (2006); “Árvores Douradas”, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro (2006); FRAC, Champagne-Ardenne, Reims (2005); IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublino (2005); “Naherholungsgebiet”, Kunstmuseum, Wolfsburg (2003); “Eine Nacht in den Tropen”, Kunsthalle, Basilea (2002); “The Waterfall”, Museum of Contemporary Art, Chicago (2002); “Seasons in the Sun”, Stedelijk Museum, Amsterdam (2002); “B.I.T. (Back in town)”, Castello di Rivoli, Torino (2000).
From Eden to Lima
Inaugurazione: lunedì 4 giugno 2007 ore 19.00
5 giugno - 27 luglio 2007
martedì - sabato; 11-19
La Galleria Gió Marconi è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra personale di Franz Ackermann. L’artista presenta una serie di nuovi lavori, appositamente creati per gli spazi della galleria: reagisce con interventi diversi in ogni sala, passando dai wall paintings agli olii su tela, dagli olii ai wall papers, dai wall papers ai wall drawings e dai wall drawings alle sculture.
Alla sua terza mostra presso la Gió Marconi, Franz Ackermann (Neumarkt-Sankt Veit, 1963) utilizza gli spazi della galleria come un’estensione del proprio studio, un luogo dove l’installazione prende vita e aspetto finale. L’installazione delle mental maps, nel salone del piano terra, è il frutto di un suo recente viaggio in Sud America, da Salamanca, via Lisbona, a Rio de Janeiro e da qui sempre più nelle profondità del continente, in Paraguay e Bolivia, nelle Ande, sul Machu Picchu in Perù, per poi tornare sulla costa atlantica fino a Buenos Aires in Argentina. I grandi dipinti murali rappresentano un collegamento metaforico tra la serie continua di mental maps – acquarelli realizzati, a partire dai primi anni ’90, nelle camere d’albergo durante i lunghi viaggi di Ackermann in Asia – e le sue opere su tela e le sculture, realizzate a memoria nel suo studio.
Ackermann dunque basa il proprio lavoro sul viaggio o, meglio, sulle mental maps che si crea durante le frequenti esplorazioni. L’artista assimila prontamente il sottile fascino emanato dalle destinazioni più popolari e poi le “rigurgita” sotto forma di immagini comprensibili universalmente: forme dai colori squillanti, grafica di forte impatto ed iconografia pop. In questo senso il lavoro di Ackermann ha dunque a che fare con la doppia faccia del turismo – il fascino, la velocità ed il consumismo del turismo internazionale ma anche i resti, gli sfregi architettonici e la spazzatura che rimane dietro. Le opere astratte, piene di colore e di riferimenti architettonici, assumono singole funzioni all’interno di un sistema più ampio – una sorta di “topografia mentale” che esplora un immaginario costituito da esperienze di viaggio, urbanizzazione e globalizzazione e che permette di collegare le specificità dei più disparati elementi autoctoni. Le installazioni sono vere e proprie mappe di luoghi reali ed immaginari, edifici e schemi urbanistici ma più esse riguardano un sogno di evasione più rappresentano un gesto politico in un mondo in eterna evoluzione.
Studiato sempre appositamente per lo spazio espositivo, il lavoro di Ackermann rappresenta anche un’osservazione sulla struttura architettonica che lo racchiude ed invita lo spettatore a farsi coinvolgere dall’ambiente ricreato. I suoi dipinti fondono, tuttavia, diverse prospettive nella stessa immagine, da lontano o molto vicino, dal basso e dall’alto simultaneamente, in modo da creare un unico ambiente senza pareti, richiamando il delirio visivo e l’alienazione che l’individuo vive nelle metropoli a lui nuove.
Tra le mostre principali di Ackermann: “Home, home again”, DA2 Domus Artium 2002, Salamanca (2007); “Home, home again”, White Cube, Londra (2006); “Home, home again”, Kestnergesellschaft, Hannover (2006); Kunstparterre, Monaco di Baviera (2006); “Árvores Douradas”, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro (2006); FRAC, Champagne-Ardenne, Reims (2005); IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublino (2005); “Naherholungsgebiet”, Kunstmuseum, Wolfsburg (2003); “Eine Nacht in den Tropen”, Kunsthalle, Basilea (2002); “The Waterfall”, Museum of Contemporary Art, Chicago (2002); “Seasons in the Sun”, Stedelijk Museum, Amsterdam (2002); “B.I.T. (Back in town)”, Castello di Rivoli, Torino (2000).
EN
Franz Ackermann
From Eden to Lima
Opening Monday, June 4, 2007; 7pm-9pm
June 5, 2007 – July 27, 2007
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi gallery is pleased to announce a new exhibition of works by Franz Ackermann (Neumarkt-Sankt-Veit, 1963). The artist will display dynamic site specific installations comprising new works for each room from wall paintings to oil on canvas, from oils to wall papers, from wall papers to wall drawings, from wall drawings to sculptures.
At his third solo exhibition at Gió Marconi, Ackermann uses the gallery space as an extension of his studio, the site where the installation is finally constructed and finished. The Mental Maps installation, displayed on the ground floor, was born after his recent travels that brought him from Salamanca, via Lisbon, to Rio de Janeiro, and from there deeper into the continent, to Paraguay and Bolivia into the Andes Mountains, to Machu Picchu in Peru, and finally back to the Atlantic coast, to Buenos Aires in Argentina. The large-scale mural paintings represent a metaphorical link between his ongoing mental map series - watercolours made while on the move in hotels around the world that first emerged in the early 1990s during extensive travels to Asia - and his paintings and sculptures constructed from memory in the studio.
Ackermann’s work is based on journey or on ‘mental maps’ he creates during his frequent travels. The artist readily digests the subtle nuances of popular destinations and regurgitates them as international signifiers: brightly coloured shapes, high-impact graphics and pop iconography. In this meaning Ackermann's work frequently deals with the double side of tourism - the glamour, speed and consumption of international travel but also the detritus, architectural scarring and garbage that it leaves behind. Colourful and architectural his abstract works function as elements within a greater system - an imaginary mental topography that explores notions of travel, urbanism and globalization, connecting the specifics of disparate locales. His installations map are real and imaginary places, buildings and urban layouts, but are as much about the fantasy of escape as they are political gestures in an ever-shifting world.
Always site-specific his work comments on the architecture of the space it inhabits, whilst inviting the viewer to enter its proposed geographical space. Ackermann's paintings fuse various perspectives in one image, from distant to close up or simultaneously from above and below creating an ungrounded, all-over terrain that recalls the visual delirium and alienation that one experiences in new cities.
Between the last exhibions we can highlight: “Home, home again”, DA2 Domus Artium 2002, Salamanca (2007); “Home, home again”, White Cube, London (2006); “Home, home again”, Kestnergesellschaft, Hannover (2006); Kunstparterre, Munich (2006); “Árvores Douradas”, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro (2006); FRAC, Champagne-Ardenne, Reims (2005); IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublin (2005); “Naherholungsgebiet”, Kunstmuseum, Wolfsburg (2003); “Eine Nacht in den Tropen”, Kunsthalle, Basel (2002); “The Waterfall”, Museum of Contemporary Art, Chicago (2002); “Seasons in the Sun”, Stedelijk Museum, Amsterdam (2002); “B.I.T. (Back in town)”, Castello di Rivoli, Turin (2000).
From Eden to Lima
Opening Monday, June 4, 2007; 7pm-9pm
June 5, 2007 – July 27, 2007
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi gallery is pleased to announce a new exhibition of works by Franz Ackermann (Neumarkt-Sankt-Veit, 1963). The artist will display dynamic site specific installations comprising new works for each room from wall paintings to oil on canvas, from oils to wall papers, from wall papers to wall drawings, from wall drawings to sculptures.
At his third solo exhibition at Gió Marconi, Ackermann uses the gallery space as an extension of his studio, the site where the installation is finally constructed and finished. The Mental Maps installation, displayed on the ground floor, was born after his recent travels that brought him from Salamanca, via Lisbon, to Rio de Janeiro, and from there deeper into the continent, to Paraguay and Bolivia into the Andes Mountains, to Machu Picchu in Peru, and finally back to the Atlantic coast, to Buenos Aires in Argentina. The large-scale mural paintings represent a metaphorical link between his ongoing mental map series - watercolours made while on the move in hotels around the world that first emerged in the early 1990s during extensive travels to Asia - and his paintings and sculptures constructed from memory in the studio.
Ackermann’s work is based on journey or on ‘mental maps’ he creates during his frequent travels. The artist readily digests the subtle nuances of popular destinations and regurgitates them as international signifiers: brightly coloured shapes, high-impact graphics and pop iconography. In this meaning Ackermann's work frequently deals with the double side of tourism - the glamour, speed and consumption of international travel but also the detritus, architectural scarring and garbage that it leaves behind. Colourful and architectural his abstract works function as elements within a greater system - an imaginary mental topography that explores notions of travel, urbanism and globalization, connecting the specifics of disparate locales. His installations map are real and imaginary places, buildings and urban layouts, but are as much about the fantasy of escape as they are political gestures in an ever-shifting world.
Always site-specific his work comments on the architecture of the space it inhabits, whilst inviting the viewer to enter its proposed geographical space. Ackermann's paintings fuse various perspectives in one image, from distant to close up or simultaneously from above and below creating an ungrounded, all-over terrain that recalls the visual delirium and alienation that one experiences in new cities.
Between the last exhibions we can highlight: “Home, home again”, DA2 Domus Artium 2002, Salamanca (2007); “Home, home again”, White Cube, London (2006); “Home, home again”, Kestnergesellschaft, Hannover (2006); Kunstparterre, Munich (2006); “Árvores Douradas”, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro (2006); FRAC, Champagne-Ardenne, Reims (2005); IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublin (2005); “Naherholungsgebiet”, Kunstmuseum, Wolfsburg (2003); “Eine Nacht in den Tropen”, Kunsthalle, Basel (2002); “The Waterfall”, Museum of Contemporary Art, Chicago (2002); “Seasons in the Sun”, Stedelijk Museum, Amsterdam (2002); “B.I.T. (Back in town)”, Castello di Rivoli, Turin (2000).