AtelierVANLIESHOUT
RENEGADE
Gió Marconi, Milan
28.03.–18.04.2019
RENEGADE
Gió Marconi, Milan
28.03.–18.04.2019
1/11
Atelier Van Lieshout
60 x 40 x 40, 1987/2019
Beer crates, concrete, steel, two light bulbs
Ca. 135.5 x 60 x 40 cm
60 x 40 x 40, 1987/2019
Beer crates, concrete, steel, two light bulbs
Ca. 135.5 x 60 x 40 cm
IT
Atelier Van Lieshout
RENEGADE
Inaugurazione: giovedì 21 marzo 2019 dalle 19 alle 21
22 marzo – 18 aprile 2019
martedì- sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare RENEGADE, una mostra di nuovi lavori di Atelier Van Lieshout, la sua sesta personale con la galleria.
"Io voglio essere un artista per hobby" o "io mi sono stancato dell'arte come professione"
Dopo essere stato parte del mondo dell'arte per tre decadi, Joep Van Lieshout inizia ad essere stanco dei suoi meccanismi. Sente che l'attuale sistema dell'arte è fortemente sbilanciato: le mode, la speculazione, le fiere d'arte, le aste, i facili guadagni sono diventati più importanti della visione artistica.
Sin dagli esordi, Van Lieshout è sempre stato in disaccordo con l'establishment, scegliendo la via dell'arte rinnegata. Ha sperimentato da subito diverse possibilità creative: oggetti, macchine, sculture, elementi funzionali, arredi, bagni su misura e cucine. I suoi primi lavori non sono completamente pianificati ma l'artista lascia loro la possibilità di essere determinati da fattori esterni. La sua serie Beercrate ne è un ottimo esempio. Dopo aver scoperto che le casse di birra hanno le stesse dimensioni delle lastre di calcestruzzo standard utilizzate per le pavimentazioni, Van Lieshout le mette insieme, producendo delle sculture, le cui forme sono lasciate decidere al caso e alle coincidenze.
Con Hard Edge - dal design modulare e iperminimalista - e Soft Edge - unità di servizio e toilette, dove è il cliente piuttosto che l'artista a decidere come eventualmente apparirà la sua futura stanza da bagno - Van Lieshout ha scelto di esercitare la minor influenza possibile sulle sue opere, annullando così tre fondamentali caratteristiche dell'opera d'arte: unicità, autenticità e non funzionalità. Questo processo di messa in discussione dell'arte in generale e dell'artista all'interno del sistema ha portato alla fondazione di Atelier Van Lieshout nel 1994. Con questo atto, l'artista ha rimosso il proprio nome, creando uno spazio non autoriale.
Con RENEGADE Van Lieshout definisce l'arte alle sue condizioni. Come dichiara una delle lampade: fuck you very much, sfida il mercato dandogli quello che vuole: Van Lieshout, l'artista talvolta definito designer, che produce o prende un'opera d'arte e la trasforma in un oggetto di design semplicemente aggiungendo un paralume. Atelier Van Lieshout produce una moltitudine di lampade ad una velocità incredibile, accumulandone così una quantità tanto elevata che potrebbe essere diffusa in tutto il mondo come un virus. Van Lieshout presenta questo nuovo gruppo di opere al pubblico come se fossero mobili fai da te assemblati velocemente: grande quantità, funzionali e molto accessibili.
RENEGADE consiste in una presentazione di lampade di diversa grandezza che sono create, assemblate, messe insieme e prodotte a partire da oggetti di recupero e materiali semplici, ma che includono anche le opere stesse di Atelier Van Lieshout precedentemente esposte nei musei: le maschere con i passamontagna pendono dai paralumi, un busto con una maschera a gas abbellisce lo stelo di una lampada da terra, una misera singola lampadina rossa illumina debolmente le parole “GIRLS-GIRLS-GIRLS” intagliate grossolanamente nel legno; alti oggetti simili alla forma di una salsiccia e dall'aspetto organico si assottigliano in una singola lampadina accesa, mentre due casse di birra, che danno vita a una scultura iconica in combinazione con le lastre di cemento, costituiscono la base per una lampada robusta col paralume in acciaio. Tutto quello che Van Lieshout ha nelle sue mani potrebbe potrebbe potenzialmente diventare la base per una lampada: le sue stesse opere, detriti, utensili casuali, servizi igienici, materiali pregiati, oggetti di uso quotidiano, slogan. Nel tempi dell'iper consumismo, l'artista é impegnato con l'arte del riciclo. Rendendo ogni nuovo oggetto prezioso o inestimabile come il precedente, le opere diventano da un lato più democratiche e accessibili al pubblico, mentre dall'altro mettono in discussione il significato, la creazione e il valore dell'arte.
RENEGADE
Inaugurazione: giovedì 21 marzo 2019 dalle 19 alle 21
22 marzo – 18 aprile 2019
martedì- sabato; 11-19
Gió Marconi ha il piacere di annunciare RENEGADE, una mostra di nuovi lavori di Atelier Van Lieshout, la sua sesta personale con la galleria.
"Io voglio essere un artista per hobby" o "io mi sono stancato dell'arte come professione"
Dopo essere stato parte del mondo dell'arte per tre decadi, Joep Van Lieshout inizia ad essere stanco dei suoi meccanismi. Sente che l'attuale sistema dell'arte è fortemente sbilanciato: le mode, la speculazione, le fiere d'arte, le aste, i facili guadagni sono diventati più importanti della visione artistica.
Sin dagli esordi, Van Lieshout è sempre stato in disaccordo con l'establishment, scegliendo la via dell'arte rinnegata. Ha sperimentato da subito diverse possibilità creative: oggetti, macchine, sculture, elementi funzionali, arredi, bagni su misura e cucine. I suoi primi lavori non sono completamente pianificati ma l'artista lascia loro la possibilità di essere determinati da fattori esterni. La sua serie Beercrate ne è un ottimo esempio. Dopo aver scoperto che le casse di birra hanno le stesse dimensioni delle lastre di calcestruzzo standard utilizzate per le pavimentazioni, Van Lieshout le mette insieme, producendo delle sculture, le cui forme sono lasciate decidere al caso e alle coincidenze.
Con Hard Edge - dal design modulare e iperminimalista - e Soft Edge - unità di servizio e toilette, dove è il cliente piuttosto che l'artista a decidere come eventualmente apparirà la sua futura stanza da bagno - Van Lieshout ha scelto di esercitare la minor influenza possibile sulle sue opere, annullando così tre fondamentali caratteristiche dell'opera d'arte: unicità, autenticità e non funzionalità. Questo processo di messa in discussione dell'arte in generale e dell'artista all'interno del sistema ha portato alla fondazione di Atelier Van Lieshout nel 1994. Con questo atto, l'artista ha rimosso il proprio nome, creando uno spazio non autoriale.
Con RENEGADE Van Lieshout definisce l'arte alle sue condizioni. Come dichiara una delle lampade: fuck you very much, sfida il mercato dandogli quello che vuole: Van Lieshout, l'artista talvolta definito designer, che produce o prende un'opera d'arte e la trasforma in un oggetto di design semplicemente aggiungendo un paralume. Atelier Van Lieshout produce una moltitudine di lampade ad una velocità incredibile, accumulandone così una quantità tanto elevata che potrebbe essere diffusa in tutto il mondo come un virus. Van Lieshout presenta questo nuovo gruppo di opere al pubblico come se fossero mobili fai da te assemblati velocemente: grande quantità, funzionali e molto accessibili.
RENEGADE consiste in una presentazione di lampade di diversa grandezza che sono create, assemblate, messe insieme e prodotte a partire da oggetti di recupero e materiali semplici, ma che includono anche le opere stesse di Atelier Van Lieshout precedentemente esposte nei musei: le maschere con i passamontagna pendono dai paralumi, un busto con una maschera a gas abbellisce lo stelo di una lampada da terra, una misera singola lampadina rossa illumina debolmente le parole “GIRLS-GIRLS-GIRLS” intagliate grossolanamente nel legno; alti oggetti simili alla forma di una salsiccia e dall'aspetto organico si assottigliano in una singola lampadina accesa, mentre due casse di birra, che danno vita a una scultura iconica in combinazione con le lastre di cemento, costituiscono la base per una lampada robusta col paralume in acciaio. Tutto quello che Van Lieshout ha nelle sue mani potrebbe potrebbe potenzialmente diventare la base per una lampada: le sue stesse opere, detriti, utensili casuali, servizi igienici, materiali pregiati, oggetti di uso quotidiano, slogan. Nel tempi dell'iper consumismo, l'artista é impegnato con l'arte del riciclo. Rendendo ogni nuovo oggetto prezioso o inestimabile come il precedente, le opere diventano da un lato più democratiche e accessibili al pubblico, mentre dall'altro mettono in discussione il significato, la creazione e il valore dell'arte.
EN
Atelier Van Lieshout
RENEGADE
Opening Thursday, March 21, 2019; 7pm- 9pm
March 22, 2019 – April 18, 2019
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi is pleased to announce RENEGADE, an exhibition of new works by Atelier Van Lieshout, his sixth at the gallery.
‘I want to be a hobby artist ‘ or ‘I’m fed up with all of that professional art’
Having participated in the art world for over three decades, Joep Van Lieshout is starting to get fed up with its mechanisms. He strongly feels that there is a misbalance in the present art world in which fashions and speculation, art fairs, auctions and fast money have become more important factors than an artistic vision.
Ever since his beginnings, Van Lieshout has disagreed with the establishment and chose the route of the art renegade. From early on, he grabbed any opportunity to create: tools, machines, sculptures, functional objects, furniture, custom made bathrooms and kitchens. His early works were never completely planned out, he allowed them to be determined by external factors. His Beercrate series is a good example of this. After discovering that beer crates happen to have the same size system as standard concrete pavement slabs, he assembled the two and made sculptures out of them, thereby letting chance and coincidence decide on their shape.
With his Hard Edge hyper minimalist modular furniture design and the Soft Edge bathroom and toilet units where the client (much rather than the artist) would eventually decide upon the look of his future bathroom, Van Lieshout chose to have as little influence as possible on his artworks and thereby erased three art immanent features: uniqueness, authenticity and non-functionality. This questioning of art in general and the artist’s role within the system, finally led to the foundation of Atelier Van Lieshout in 1994. With this step the artist removed his own name in order to create space for a non-authorship.
With RENEGADE Van Lieshout defines art on his own terms. He challenges the market while giving it what it wants: Van Lieshout, the artist sometimes referred to as designer, will make or take an artwork and turn it into design by just adding a lampshade. Like one of the lamps in the exhibition reads: fuck you very much. With incredible speed Atelier Van Lieshout sculpts a multitude of lamps at a time, thereby quickly accumulating an amount that can spread through the art world like a virus. By adding a lampshade, Van Lieshout presents this new group of works to the public as if it were quickly assembled DIY furniture: large quantities, functional and very accessible.
RENEGADE consists of an arrangement of differently sized lamps which are created, assembled, put together and produced from found objects and simple materials. Some of the lamps even refer back to Van Lieshout’s own historic work exhibited in museums: balaclava masks dangle from metal lampshades; a bust with a gas mask strapped to its head embellishes the lamp pole of a floor lamp; a single, red forlorn lightbulb dimly illuminates the roughly cut out wooden words “GIRLS-GIRLS-GIRLS”; tall, sausage-like organic-looking objects taper into a single burning lightbulb, whereas two beer crates -one of Van Lieshout’s defining iconic sculptures in combination with concrete slabs- build the solid base for a sturdy lamp with a steel shade.
Anything, Van Lieshout gets his hands on, can potentially become the base for a lamp: his own artworks, debris, random utensils, toilets, valuable materials, everyday objects, catchphrases. In times of hyper consumerism, the artist engages in the art of recycling. By making every new object as valuable or invaluable as the previous one, the works become on the one hand more democratic and accessible to the public while questioning the meaning, creation and the value of art on the other.
RENEGADE
Opening Thursday, March 21, 2019; 7pm- 9pm
March 22, 2019 – April 18, 2019
From Tuesday to Saturday, 11am-7pm
Gió Marconi is pleased to announce RENEGADE, an exhibition of new works by Atelier Van Lieshout, his sixth at the gallery.
‘I want to be a hobby artist ‘ or ‘I’m fed up with all of that professional art’
Having participated in the art world for over three decades, Joep Van Lieshout is starting to get fed up with its mechanisms. He strongly feels that there is a misbalance in the present art world in which fashions and speculation, art fairs, auctions and fast money have become more important factors than an artistic vision.
Ever since his beginnings, Van Lieshout has disagreed with the establishment and chose the route of the art renegade. From early on, he grabbed any opportunity to create: tools, machines, sculptures, functional objects, furniture, custom made bathrooms and kitchens. His early works were never completely planned out, he allowed them to be determined by external factors. His Beercrate series is a good example of this. After discovering that beer crates happen to have the same size system as standard concrete pavement slabs, he assembled the two and made sculptures out of them, thereby letting chance and coincidence decide on their shape.
With his Hard Edge hyper minimalist modular furniture design and the Soft Edge bathroom and toilet units where the client (much rather than the artist) would eventually decide upon the look of his future bathroom, Van Lieshout chose to have as little influence as possible on his artworks and thereby erased three art immanent features: uniqueness, authenticity and non-functionality. This questioning of art in general and the artist’s role within the system, finally led to the foundation of Atelier Van Lieshout in 1994. With this step the artist removed his own name in order to create space for a non-authorship.
With RENEGADE Van Lieshout defines art on his own terms. He challenges the market while giving it what it wants: Van Lieshout, the artist sometimes referred to as designer, will make or take an artwork and turn it into design by just adding a lampshade. Like one of the lamps in the exhibition reads: fuck you very much. With incredible speed Atelier Van Lieshout sculpts a multitude of lamps at a time, thereby quickly accumulating an amount that can spread through the art world like a virus. By adding a lampshade, Van Lieshout presents this new group of works to the public as if it were quickly assembled DIY furniture: large quantities, functional and very accessible.
RENEGADE consists of an arrangement of differently sized lamps which are created, assembled, put together and produced from found objects and simple materials. Some of the lamps even refer back to Van Lieshout’s own historic work exhibited in museums: balaclava masks dangle from metal lampshades; a bust with a gas mask strapped to its head embellishes the lamp pole of a floor lamp; a single, red forlorn lightbulb dimly illuminates the roughly cut out wooden words “GIRLS-GIRLS-GIRLS”; tall, sausage-like organic-looking objects taper into a single burning lightbulb, whereas two beer crates -one of Van Lieshout’s defining iconic sculptures in combination with concrete slabs- build the solid base for a sturdy lamp with a steel shade.
Anything, Van Lieshout gets his hands on, can potentially become the base for a lamp: his own artworks, debris, random utensils, toilets, valuable materials, everyday objects, catchphrases. In times of hyper consumerism, the artist engages in the art of recycling. By making every new object as valuable or invaluable as the previous one, the works become on the one hand more democratic and accessible to the public while questioning the meaning, creation and the value of art on the other.