DirkSKREBER with BjornDAHLEM
Dirk Skreber with Bjorn Dahlem
Gió Marconi, Milan
04.06.–31.07.2002
Dirk Skreber with Bjorn Dahlem
Gió Marconi, Milan
04.06.–31.07.2002
IT
Inaugurazione: martedì 4 giugno 2002 dalle 18.00 alle 21.00
Dal 5 giugno 2002 a fine luglio
Dal lunedì al venerdì, 10-13; 16-19.30
Martedì 4 giugno la galleria Giò Marconi è lieta di presentare al pubblico la mostra collettiva dei due artisti tedeschi Bjorn Dahlem e Dirk Skreber.
Bjorn Dahlem, nato a Monaco nel 1974, attualmente vive e lavora a Berlino, fa molto spesso riferimento nei suoi lavori a fenomeni e teorie scientifiche, alla filosofia e alla psicologia. Il titolo della sua nuova installazione, con tre televisori, tre videoregistratori e luci al neon, è "Orgasmodrom" il cui concetto si basa sulla conosciuta "teoria dell'energia orgonica" di Wilhelm Reich, uno psicanalista austriaco studente di Sigmund Freud. Già negli anni '20, Reich aveva formulato le prime ipotesi sull'esistenza di rilevanti interconnessioni tra psiche e corpo, e sulla necessità di un approccio psicoterapeutico che prendesse in considerazione anche i fattori somatici. In altre parole, questa identità funzionale tra psiche e soma poneva le premesse alla più articolata teoria dell’"energia orgonica" di Reich: la "repressione sessuale", provocando la nevrosi, sarebbe la causa dei maggiori disturbi fisici e mentali. L'energia orgonica avrebbe dato vita alle galassie e ai pianeti, così come agli organismi viventi. Secondo Reich, quindi, che a tale scopo costruì un "accumulatore orgonico", sarebbe possibile raccogliere tale "forza universale" e sfruttarla per la terapia anche delle più gravi malattie, come il cancro e la leucemia.
La sua teoria fu rifiutata da Albert Einstein e da altri, ma divenne molto popolare tra gli hippies dell'America degli anni '60, gli anni appunto della rivoluzione sessuale. La sua teoria è stata anche ripresa da Woody Allen nel suo film del 1973 "The sleeper", in cui compare una strana macchina "orgasmodrom" in grado di riprodurre, in modo un po' ridicolo, l'atto sessuale.
Ciò che l'artista ritiene esteticamente interessante della teoria di Reich è il concetto di continuità di vita e morte, concreto e ovvio, presente in una particella: la sua intenzione è quella di attirare e catturare nel suo lavoro questi "orgoni", facendone partecipe, in modo ironico, il suo pubblico. L'idea di vita include sempre l'idea di morte (i francesi chiamano l'orgasmo "le petite mort").
In questo modo il lavoro tratta l'idea di vita e morte, di energia e dell'oscuro nulla, di creatività e di distruzione.
Bjorn Dahlem, nato a Monaco nel 1974, vive e lavora a Berlino. Dal 1994 al 2000 ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf. Nel 2001 ha partecipato alla collettiva "Future Land" presso lo Städtisches Museum Abteiberg a Mönchengladbach e a "Zero Gravity" presso la Kunstverein di Düsseldorf. Nel 2002 esporrà con una personale al The Modern Institute di Glasgow.
Il lavoro di Dirk Skreber, nato a Lubecca nel 1961, quando trasforma fotografie di giornali che ritraggono catastrofi, ad esempio alluvioni, in veri e propri dipinti e mostra vedute frontali di case vuote o iperrealistiche locomotive che vanno in velocità l'una contro l'altra, non è mai a sfondo personale.
Motivi come le catastrofi o la vita della bassa borghesia consentono di passare da uno stato d'animo oggettivo a uno soggettivo: questo modo d'essere può significare una sorta di spazio vuoto, ovvero lo spazio necessario perché il contenuto dell'immagine sviluppi una propria ragion d'essere.
Da ciò ne deriva una nuova realtà, i cui confini non sono facilmente riconoscibili, una realtà che non è ambigua, anche se nel momento stesso in cui fa la sua comparsa sembra subito scomparire, ma non è neppure contraddittoria, è seria e un po' lontana. Nei suoi dipinti Skreber si confronta con situazioni e spazi (catastrofi, vita borghese) che sono instabili, ma non ambigui: rappresentano piuttosto una categoria estetica, la cui identità crea una atmosfera minacciosa, imprevedibile. In genere le immagini di catastrofi naturali e di attacchi terroristici che ci propongono giornali e televisioni sono estremamente realistiche, non lasciano dubbi sull'entità e gravità degli eventi: più l'immagine è brutale, più il suo significato ci appare chiaro, convincente. Forma e contenuto coincidono in questi casi. Skreber ribalta questo concetto: tanto meno la gravità viene messa in evidenza tanto più neutrale la situazione ci appare, sebbene si tratti solo di una calma apparente: questo stato di neutralità in realtà assume toni minacciosi ancor più di un attacco dichiarato. Si crea un'atmosfera ambigua che crea assolute inquietudini e disagi. In tal senso i suoi dipinti sono provocatori e molto indipendenti. Molto spesso la realtà che ci descrive Skreber nei suoi dipinti ci appare come se fosse presa a prestito, in continuo mutamento: non è possibile considerarla una simulazione di qualcosa di reale o virtuale; un mondo di fantasia o di ricordi; un universo di oggetti o d’idee e scelte: il suo approccio a diverse forme di realtà e modi di vita rende il lavoro di Skreber di grande attualità . Dirk Skreber, nato a Lubecca nel 1961, vive e lavora a Düsseldorf. Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf e dal 1994-95 ha ottenuto l'incarico d’insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe. Nel 2000 ha ricevuto il Premio della Galleria Nazionale per giovani artisti presso l'Hamburger Bahnhof a Berlino. Nel corso del 2001 ha partecipato alla "Wirklichkeit in der zeitgenössische Malerei ", alla Städtische Galerie Delmenhorst. Nel 2002 ha esposto con una personale alla Kunstverein Freiburg.
Dal 5 giugno 2002 a fine luglio
Dal lunedì al venerdì, 10-13; 16-19.30
Martedì 4 giugno la galleria Giò Marconi è lieta di presentare al pubblico la mostra collettiva dei due artisti tedeschi Bjorn Dahlem e Dirk Skreber.
Bjorn Dahlem, nato a Monaco nel 1974, attualmente vive e lavora a Berlino, fa molto spesso riferimento nei suoi lavori a fenomeni e teorie scientifiche, alla filosofia e alla psicologia. Il titolo della sua nuova installazione, con tre televisori, tre videoregistratori e luci al neon, è "Orgasmodrom" il cui concetto si basa sulla conosciuta "teoria dell'energia orgonica" di Wilhelm Reich, uno psicanalista austriaco studente di Sigmund Freud. Già negli anni '20, Reich aveva formulato le prime ipotesi sull'esistenza di rilevanti interconnessioni tra psiche e corpo, e sulla necessità di un approccio psicoterapeutico che prendesse in considerazione anche i fattori somatici. In altre parole, questa identità funzionale tra psiche e soma poneva le premesse alla più articolata teoria dell’"energia orgonica" di Reich: la "repressione sessuale", provocando la nevrosi, sarebbe la causa dei maggiori disturbi fisici e mentali. L'energia orgonica avrebbe dato vita alle galassie e ai pianeti, così come agli organismi viventi. Secondo Reich, quindi, che a tale scopo costruì un "accumulatore orgonico", sarebbe possibile raccogliere tale "forza universale" e sfruttarla per la terapia anche delle più gravi malattie, come il cancro e la leucemia.
La sua teoria fu rifiutata da Albert Einstein e da altri, ma divenne molto popolare tra gli hippies dell'America degli anni '60, gli anni appunto della rivoluzione sessuale. La sua teoria è stata anche ripresa da Woody Allen nel suo film del 1973 "The sleeper", in cui compare una strana macchina "orgasmodrom" in grado di riprodurre, in modo un po' ridicolo, l'atto sessuale.
Ciò che l'artista ritiene esteticamente interessante della teoria di Reich è il concetto di continuità di vita e morte, concreto e ovvio, presente in una particella: la sua intenzione è quella di attirare e catturare nel suo lavoro questi "orgoni", facendone partecipe, in modo ironico, il suo pubblico. L'idea di vita include sempre l'idea di morte (i francesi chiamano l'orgasmo "le petite mort").
In questo modo il lavoro tratta l'idea di vita e morte, di energia e dell'oscuro nulla, di creatività e di distruzione.
Bjorn Dahlem, nato a Monaco nel 1974, vive e lavora a Berlino. Dal 1994 al 2000 ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf. Nel 2001 ha partecipato alla collettiva "Future Land" presso lo Städtisches Museum Abteiberg a Mönchengladbach e a "Zero Gravity" presso la Kunstverein di Düsseldorf. Nel 2002 esporrà con una personale al The Modern Institute di Glasgow.
Il lavoro di Dirk Skreber, nato a Lubecca nel 1961, quando trasforma fotografie di giornali che ritraggono catastrofi, ad esempio alluvioni, in veri e propri dipinti e mostra vedute frontali di case vuote o iperrealistiche locomotive che vanno in velocità l'una contro l'altra, non è mai a sfondo personale.
Motivi come le catastrofi o la vita della bassa borghesia consentono di passare da uno stato d'animo oggettivo a uno soggettivo: questo modo d'essere può significare una sorta di spazio vuoto, ovvero lo spazio necessario perché il contenuto dell'immagine sviluppi una propria ragion d'essere.
Da ciò ne deriva una nuova realtà, i cui confini non sono facilmente riconoscibili, una realtà che non è ambigua, anche se nel momento stesso in cui fa la sua comparsa sembra subito scomparire, ma non è neppure contraddittoria, è seria e un po' lontana. Nei suoi dipinti Skreber si confronta con situazioni e spazi (catastrofi, vita borghese) che sono instabili, ma non ambigui: rappresentano piuttosto una categoria estetica, la cui identità crea una atmosfera minacciosa, imprevedibile. In genere le immagini di catastrofi naturali e di attacchi terroristici che ci propongono giornali e televisioni sono estremamente realistiche, non lasciano dubbi sull'entità e gravità degli eventi: più l'immagine è brutale, più il suo significato ci appare chiaro, convincente. Forma e contenuto coincidono in questi casi. Skreber ribalta questo concetto: tanto meno la gravità viene messa in evidenza tanto più neutrale la situazione ci appare, sebbene si tratti solo di una calma apparente: questo stato di neutralità in realtà assume toni minacciosi ancor più di un attacco dichiarato. Si crea un'atmosfera ambigua che crea assolute inquietudini e disagi. In tal senso i suoi dipinti sono provocatori e molto indipendenti. Molto spesso la realtà che ci descrive Skreber nei suoi dipinti ci appare come se fosse presa a prestito, in continuo mutamento: non è possibile considerarla una simulazione di qualcosa di reale o virtuale; un mondo di fantasia o di ricordi; un universo di oggetti o d’idee e scelte: il suo approccio a diverse forme di realtà e modi di vita rende il lavoro di Skreber di grande attualità . Dirk Skreber, nato a Lubecca nel 1961, vive e lavora a Düsseldorf. Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf e dal 1994-95 ha ottenuto l'incarico d’insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe. Nel 2000 ha ricevuto il Premio della Galleria Nazionale per giovani artisti presso l'Hamburger Bahnhof a Berlino. Nel corso del 2001 ha partecipato alla "Wirklichkeit in der zeitgenössische Malerei ", alla Städtische Galerie Delmenhorst. Nel 2002 ha esposto con una personale alla Kunstverein Freiburg.