AtelierVANLIESHOUT
Atelier van Lieshout 3
Gió Marconi, Milan
30.05.–31.07.2001
Atelier van Lieshout 3
Gió Marconi, Milan
30.05.–31.07.2001
IT
Atelier van Lieshout
Inaugurazione: mercoledì 30 maggio 2001 dalle 19 alle 21
31 maggio - 31 luglio 2001
martedì - sabato; 11-19
Dopo la prima antologica inaugurata nel 1998, la galleria Giò Marconi è lieta di presentare nei mesi di giugno e luglio una serie di opere recenti del gruppo di lavoro Atelier Van Lieshout (AVL).
Decisamente attuale e innovativa è l’identità del laboratorio Atelier Van Lieshout, al seguito dell’artista-designer belga Joep Van Lieshout, modellato ad immagine di una grande azienda, con organizzazione e dinamiche industriali.
Joep punta sul fatto che il suo lavoro è frutto di una collaborazione, di cui lui, senza modestia, è l’anima. AVL non si avvale di una struttura gerarchica, è piuttosto una cooperativa in cui ognuno offre la propria professionalità di artista, architetto, piuttosto che grafico o falegname. Siamo mille anni luce dalla figura dell’artista bohemien, e come Joep Van Lieshout stesso dice: “I never dream, I’m too busy with reality”; le sue creazioni non sono quindi utopiche, bensì guidate dall’intuito, e questo è l’unico lato romantico che Joep van Lieshout ammette di avere.
AVL presenterà per questa mostra alcune opere facenti parte del più amplio progetto della AVL-Ville tra cui: “Sawing machine”, “Still”, “Mortars” e la recente “Fisherman’s House”.
è da molto tempo che atelier van Lieshout è concentrato sul progetto di realizzazione di AVL-Ville: un villaggio auto sufficiente con il proprio statuto, e moneta, una sorta di città autarchica, con una propria centrale d’energia elettrica, un ospedale, scuole per creativi, ed altre attività illegali come la “Atelier des Armes et des Bombes” o la distilleria di liquori, di cui “Still” è una componente.
La “Fishermann’s House” è uno degli esempi meglio riusciti della produzione di AVL-Ville: una villa in miniatura, un giocattolo reale, costruito in base alla sua funzionalità; una struttura da posizionare in riva ad un lago, le cui linee sono riprese dall’iconografia favolistica. Molto romantico è l’arredamento interno, che ha come fulcro un bellissimo camino contornato da oggetti semplici e tradizionali. Una casa costruita con gli occhi di un bambino e la mente di un manager_designer.
Una delle opere presentate si distacca da quella che è la produzione artistica tipica del gruppo e ritrae una serie di abitanti di AVL-ville, ritratti sotto forma di manichini neri, sintetici e asessuati in diverse posizioni. Sono più dei simboli di umanità, che umanità vera e propria, il messaggio che vuole lanciare?...è tutto ancora da scoprire.
Antimoralista e sovversivo le sue opere si costruiscono con casse di birra, fino ad arrivare e averi e propri container per aborti e prefabbricati enigmatici, con un design che si schiera agli antipodi del Minimalismo. Un designer che si adatta, quindi, alla vita di tutti i giorni e al medesimo tempo alle grandi problematiche della società moderna. Egli stesso dice: “Non c’è filosofia dietro il mio lavoro, eccetto che la volontà di fare cose interessanti e se ci posso fare i soldi tanto meglio, ma non è questo un requisito.”
Le sue opere sono arte funzionale, da utilizzare come meglio si voglia. Un listino prezzi, una gamma di colori e diversi modelli da scegliere su catalogo sono il suo biglietto da visita.
“Atelier Van Lieshout” nasce nel 1995, e da allora ha un programma di mostre molto intenso e a livello internazionale. Sono attualmente in corso due personali alla PS1 di New York e alla Jack Tilton Gallery di New York. In maggio ha presentato allo Stichting Museum di Rotterdam la tanto attesa “AVL-Ville”, che è ora anche a Milano in occasione della mostra “Anteprima Bovisa. Milano_Europa 2000”, al PAC e alla Triennale; parteciperà, inoltre alla “Sonsbeek 9” ad Arnhem, ad “Art Unlimited” a Basilea ed alla Biennale di Venezia. Alla mostra del MACBA di Barcellona parteciperà con un’opera dal titolo “The Un-private House” ed alla mostra “Plug-in. Unity and Mobility” a Monaco di Baviera.
Inaugurazione: mercoledì 30 maggio 2001 dalle 19 alle 21
31 maggio - 31 luglio 2001
martedì - sabato; 11-19
Dopo la prima antologica inaugurata nel 1998, la galleria Giò Marconi è lieta di presentare nei mesi di giugno e luglio una serie di opere recenti del gruppo di lavoro Atelier Van Lieshout (AVL).
Decisamente attuale e innovativa è l’identità del laboratorio Atelier Van Lieshout, al seguito dell’artista-designer belga Joep Van Lieshout, modellato ad immagine di una grande azienda, con organizzazione e dinamiche industriali.
Joep punta sul fatto che il suo lavoro è frutto di una collaborazione, di cui lui, senza modestia, è l’anima. AVL non si avvale di una struttura gerarchica, è piuttosto una cooperativa in cui ognuno offre la propria professionalità di artista, architetto, piuttosto che grafico o falegname. Siamo mille anni luce dalla figura dell’artista bohemien, e come Joep Van Lieshout stesso dice: “I never dream, I’m too busy with reality”; le sue creazioni non sono quindi utopiche, bensì guidate dall’intuito, e questo è l’unico lato romantico che Joep van Lieshout ammette di avere.
AVL presenterà per questa mostra alcune opere facenti parte del più amplio progetto della AVL-Ville tra cui: “Sawing machine”, “Still”, “Mortars” e la recente “Fisherman’s House”.
è da molto tempo che atelier van Lieshout è concentrato sul progetto di realizzazione di AVL-Ville: un villaggio auto sufficiente con il proprio statuto, e moneta, una sorta di città autarchica, con una propria centrale d’energia elettrica, un ospedale, scuole per creativi, ed altre attività illegali come la “Atelier des Armes et des Bombes” o la distilleria di liquori, di cui “Still” è una componente.
La “Fishermann’s House” è uno degli esempi meglio riusciti della produzione di AVL-Ville: una villa in miniatura, un giocattolo reale, costruito in base alla sua funzionalità; una struttura da posizionare in riva ad un lago, le cui linee sono riprese dall’iconografia favolistica. Molto romantico è l’arredamento interno, che ha come fulcro un bellissimo camino contornato da oggetti semplici e tradizionali. Una casa costruita con gli occhi di un bambino e la mente di un manager_designer.
Una delle opere presentate si distacca da quella che è la produzione artistica tipica del gruppo e ritrae una serie di abitanti di AVL-ville, ritratti sotto forma di manichini neri, sintetici e asessuati in diverse posizioni. Sono più dei simboli di umanità, che umanità vera e propria, il messaggio che vuole lanciare?...è tutto ancora da scoprire.
Antimoralista e sovversivo le sue opere si costruiscono con casse di birra, fino ad arrivare e averi e propri container per aborti e prefabbricati enigmatici, con un design che si schiera agli antipodi del Minimalismo. Un designer che si adatta, quindi, alla vita di tutti i giorni e al medesimo tempo alle grandi problematiche della società moderna. Egli stesso dice: “Non c’è filosofia dietro il mio lavoro, eccetto che la volontà di fare cose interessanti e se ci posso fare i soldi tanto meglio, ma non è questo un requisito.”
Le sue opere sono arte funzionale, da utilizzare come meglio si voglia. Un listino prezzi, una gamma di colori e diversi modelli da scegliere su catalogo sono il suo biglietto da visita.
“Atelier Van Lieshout” nasce nel 1995, e da allora ha un programma di mostre molto intenso e a livello internazionale. Sono attualmente in corso due personali alla PS1 di New York e alla Jack Tilton Gallery di New York. In maggio ha presentato allo Stichting Museum di Rotterdam la tanto attesa “AVL-Ville”, che è ora anche a Milano in occasione della mostra “Anteprima Bovisa. Milano_Europa 2000”, al PAC e alla Triennale; parteciperà, inoltre alla “Sonsbeek 9” ad Arnhem, ad “Art Unlimited” a Basilea ed alla Biennale di Venezia. Alla mostra del MACBA di Barcellona parteciperà con un’opera dal titolo “The Un-private House” ed alla mostra “Plug-in. Unity and Mobility” a Monaco di Baviera.